" La vita è come un'eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii. " ( James Joyce )
(...) E' difficile lasciare che la vita ci soddisfi come pura risposta
delle nostre esigenze organiche: anche l' anima vuole la sua
parte di ragioni. Nell'immediato e nella materialità del corpo,
l'uomo consuma gran parte delle sue esperienze; ma che senso
avrebbe tutto ciò se non esistesse il sollievo di un'attrazione di
senso.Dopotutto la memoria, nella sua struttura fisiologica,non
è un semplice serbatoio di informazioni " significative".
Un'emozione - si sa - rende qualsiasi ricordo più duraturo e
importante e la fantasia è la nostra migliore arma psichica. La
capacità di pensarsi diversi non vuole essere una verità
scientifica, bensì un'opportunità dell'anima.Questo è l'universo
alternativo del quale - anche se in forme paradossali - si parla
nel mondo della fantascienza. A differenza delle scienze, nelle
quali il discorso può avere un significato generalizzabile a una
serie più estesa di fenomeni, il modo di reagire individuale non
può essere assimilabile a ciò che " dovrebbe essere", ma si
configura come qualcosa di particolare la cui dignità di
esistenza ha una forza incoercibile, radicata nella verità di
ogni singolo individuo.
L' ambiente ci offre soluzioni stereotipate che non lasciano
spazio alla cura della propria immaginazione. Molti vengono
irretiti in esistenze che trascorrono silenti, senza un tratto che
possa distinguerle; sordi all'insufficienza del proprio mondo
emotivo e alla profonda deprivazione indotta da un elemento
psichico che non nutre, cercano surrogati che riempiano il
vuoto con la quantità, con lo stordimento della velocità. Questo
aspetto di alienazione ha acceso la curiosità di molti autori di
fantascienza, quando nei loro libri hanno ipotizzato forze
oscure, provenienti da altri pianeti, che si sono impossessate
della nostra mente. Il vero problema è che molto spesso siamo
in balìa di " surrogati d'esistenza" ( i cosiddetti replicanti )
perché nella loro contraddittorietà la vita non può essere
accettabile. La tentazione di aggrapparsi all'inutile per evitare
le contraddizioni di ciò che potrebbe nutrirci, ma anche
condurci " altrove" è fortissima. Infatti, o si accetta di vivere
come automi diretti soltanto dall'istintività, oppure si accetta
la sfida e si entra nell'assoluta contraddittorietà di una ricerca
consapevole. Tutti i tentativi utopistici per costruire mondi
perfetti, nei quali la vita fra gli uomini sia priva di ostilità, sono
falliti. E la ragione è semplice. La conflittualità può essere
abolita soltanto privando gli uomini della loro libertà e
proponendo un regime di terrore che disponga del destino di
tutti. (...)
Aldo Carotenuto da Attraversare la vita
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