(…) Sono forse tra i pochi amici, certo tra i primi, ad avere avuto
notizia, già più di quarant'anni fa, degli incontri tra Quasimodo
e Sibilla Aleramo, perché alcuni avvennero a Lecco e in qualche
albergo del circondario; e me ne parlò Quasimodo stesso, venuto
a trovarmi nella città della mia infanzia qualche settimana dopo che ero stato nominato preside del liceo Manzoni. Anzi, a
ripensarci, già s'era lasciato scappare un'allusione, quando mi aveva letto " Sera nella Valle del Masino", che poi mi dedicò, ed aveva finito per dirmi che proprio quell'estremo lembo della mia Lombardia era stato teatro delle sue notti d'amore con " La Sibilla di Cuma "; e io - allora - avevo creduto si riferisse all'altro amore, la danzatrice Cumani che dal giugno del '36 - subito dopo la rottura con Sibilla, era entrata nella sua vita.
Dalla stazione dove gli avevo indicato il monumentino allo scapigliato Ghislanzoni, l'avevo accompagnato all'Albergo Croce di Malta : " Mi porti sul luogo del delitto…", ripeteva, e si lisciava i baffetti : " Qui, con me la Sibilla - parola mia - non ha rimpianto nessuno dei suoi amanti…". Ed entrò subito in particolari che risparmio, raccontandomi un po' tutta quella storia segreta, che ora ho ritrovato in questo carteggio, dove manca però la voce di Sibilla. Le lettere di lei rimangono ancora sepolte nell' archivio dell' Istituto Gramsci e che rivelano le avversità del loro rapporto.
Scrive tuttavia Sibilla, in una pagina del Diario del 7 Dicembre 1947 : " Mi trovavo a Lecco, e ivi attendevo la visita che, due o tre sere per settimana, mi faceva l'uomo che allora amavo, che chiamavo Virgilio, e dal quale - due mesi di poi , a fine Ottobre - fui lasciata brutalmente dopo solo otto mesi d'amore straziato .."
Giancalo Vigorelli ( Introduzione a ) A Sibilla