mercoledì 22 aprile 2020

LA BOVARY C'EST MOI




                                                            Chissà cosa ama, se pur ama...


I

Deve essere stato l'abbaglio di un momento
un tac di calamita da una parola sua o mia.
E io che ci ricasco benchè lo so come sono.
Ma ti amo - mi ha ripetuto e come faccio
a non riamarlo io che non chiedo altro.
Poi tutti a bocca aperta che uno come lui
con una come me che nemmeno col pensiero avrei osato.
Continuo a domandarmi com'è possibile che.
Chissà cos'ha in mente e chissà in me cosa vede.
Chissà cosa ama se pur ama.

Potrei supporre di non sapere come sono
e che anche lui si domandi com'è possibile che.
Ma temo sia più  vero quello che so di sapere
e lui se non oggi domani riaprirà gli occhi.
Forse ci sta già pensando a come cavarsene fuori
più avanti dei miei timori.
Non devo illudermi perchè dopo sarà peggio.
Meglio dirglielo subito che se ha un sospetto è vero.
Che faccia conto sia stato come uno sbaglio al telefono.
Insomma niente - e che se vuole può andarsene.


                                           ***

III

Una diavoleria ci vorrebbe - mentre ripeto
quasi che tu mi senta "  le mie notizie
sono che adesso ho guardato la mia ombra " :
ma come puoi sapere che non mentisco?
Ti assicuro la guardo tutta nera sul rosso
a questo bel sole del grès del terrazzo - se almeno
potessi toccarti con l'ombra e questi minimi atti,
pèsca sotto i miei denti, muro contro i miei occhi,
sotto i ginocchi pavimento , un taglio
sulla mano, negli orecchi la mia voce.

Una diavoleria ci vorrebbe - per spiragli
di porte di finestre di tubi sottoterra
sul fruscìo tra gomma e asfalto o dov'è neve
questa luce ti arrivasse questa ombra :
perciò l'ora che il sole mi stampi esatta
dovrò scegliere e una pietra meno fredda
per i tuoi miei ginocchi e un graffietto da niente
se anche sulla tua pelle si farà e cantasse
questo sapore sulla tua bocca - m'ama non m'ama,
sentimentale peggio di una puttana.


                                            ***

VI

La cosa che affastello per molte notti
nel sonno che s'interrompe frequentemente

e più nel dormiveglia dell'alba fastidiosa
che domani è già oggi e porta una nuova cosa.
Eppure la certezza è che tu non sei presente
nell'attimo a noi ben noto - il NO

di altra cosa che altro non può aggiungersi :
la verità del dubbio che tu sia niente
pensiero della mia mente
ma veri i giorni gli anni che per sempre non ti avrò.

Inerme contro il niente m'interrogo se tu sei
gioco burla o passione irreversibile
o un disegno sottile che mi sfianca o il vuoto
di tenerezza reciproco che è da riempirsi:
aspetto tue parole ma è luce di astro già spento.
Vorrei poterti abolire abolendo me stessa
come abolendo te stesso tu mi potresti abolire
per fare a tutti dire - di cosa mai parla
questa pazza senza pudore
senza il coraggio di morire per amore.



                       Giovanni  Giudici    da         Autobiologia


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