Le ferite essiccate si riaprono…
Come edera d'un tronco annoso arroccata
vita cumulo ispessito di sotterranei
camminamenti fusioni di giorni e notti
innesti raffiche di stagioni inesauste
legami avvinghiati tenacemente resistenti.
***
Ispessisce il silenzio del giorno curvato
il silenzio che nel sonno si turba si tradisce
oppresso quasi grida richiamo afono diluito
nella memoria impregnata di presenze lontane
finalmente docili piume vaganti contese
alla corrente di gelo che mi incrocia.
***
LA PORTA IN FACCIA
Non trattengo la rabbia che da tempo voleva
esplodere restituisco temeraria il poco
forse il nulla di quanto mi ha sopraffatto
a lungo e pure offeso fino a rendermi
cosciente in eccesso del mio rivolgimento.
Pronto l'istinto si arroventa attacca
di colpo fuori di sé proteso ingordo.
***
Questo malessere può essere un abisso
profondissimo un demone in estensione
in coincidenza di presentimenti avversi
un contenitore di ombre vaganti inascoltate
specchio senza rimandi di cose e persone
somma di intenti perduti contrapposti
alla pura casualità respiro inafferrabile
di un consistente azzardo invasore.
***
Differenze di natura in una assortita
collocazione. Percorrono in lungo e in largo
flussi d'intolleranza di disperazione.
Sembravano appellarsi a pratiche associative
a ordini legittimati alle relazioni di scambio
subentrano autorità azioni repressive
imposizioni forte debole congiunzione.
***
Infine stare un senso greve di colore
grigio su quanto accade sullo sfondamento
dei pasticciati rimandi mio corpo estraneo
al quotidiano scorrimento inesistente
eppure vigile respiro unico affaticato
non riparato dal disincanto alla porta.
***
Mi pettino allo specchio. Contemplazione
negata la smorfia abituale subito evidente.
Stessa ombra costeggia il corpo vi approda
un insistente ingombro di presagi. Appare
si fa beffe induce il dubbio a farsi liquido.
Malformazione della mente. Le ferite essiccate
si riaprono e con le nuove gocciano sangue
misto a mucosa. La smorfia del viso raggrinzito
s'incunea taglia la simmetria del composto
consueto un tempo certo ordinato erboso.
Anna Malfeira da Il più considerevole
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