lunedì 27 aprile 2020

I RITI DI INIZIAZIONE 1




" Il  mandala delinea la superficie consacrata e la preserva dall'invadere delle forze disgregatrici simboleggiate in cicli demoniaci. Ma è molto di più di una semplice superficie da mantenere pura per gli scopi rituali e liturgici. Esso è di fatto un cosmogramma, un universo intero nel suo schema essenziale ..." ( Giuseppe Tucci, orientalista ed esploratore  )

                                             

(...) Se apriamo un vocabolario e andiamo a cercare la parola
     " iniziare ", troveremo la seguente spiegazione: dar principio;
     ammettere alla conoscenza e partecipazione di misteri religiosi,
     di culti segreti e simili; introdurre alcuno nello studio di una
     scienza e genericamente nella cognizione di qualche cosa.
     Di fronte alla parola " inizio ", leggeremo soltanto: l'atto da
     cui si comincia, cominciamento. Ma prima di questa parola, ne
     troveremo un'altra : " Iniziazione", che ci riporterà al 
     significato originale dell'azione, che è quello dell'introduzione
     lenta e graduale in un mondo sconosciuto. Ciò porta come
     conseguenza che non è possibile nè concepibile un'auto
    iniziazione.Una persona cioè non può entrare da sé in un mondo
    ignoto. Si tratti di arti magiche, religiose, misteriche oppure di
    scienze positive come la medicina, la psicologia, l'economia etc,
    è sempre necessaria la presenza di una guida, di un maestro, di
    un iniziatore che dia le delucidazioni del caso per un tempo più
    o meno lungo.Affrontare l'ignoto- infatti - significa intimamente
    esporsi a un rischio,a un pericolo di cui non si conosce nè l'
    entità nè la portata. Anche l'uomo moderno non può sottrarsi a
    questa angoscia della via nuova.Ci sono i rischi dell'insuccesso,
    i rischi professionali, quelli della carriera etc, ma ce n'è un 
    ultimo inconscio e ambivalente, forse molto più conturbante : il
  rischio di perdere la propria anima*. E' difficile per noi renderci
    precisamente conto di ciò che questa espressione significhi,
    proprio per la sua ambivalenza. Da una parte c'è l'ebbrezza, l'
    entusiasmo per quello che noi saremo dopo, quando il processo
    dell'iniziazione sarà condotto a termine. Ma sapremo ancora
    ritrovare noi stessi, riconoscerci, in questo nuovo mondo? Non
    avremo forse perduto irrimediabilmente qualcosa di
    estremamente caro? Non ci troveremo talvolta come estranei a
    noi stessi, artefatti, irriconoscibili, come se avessimo indossato
    una maschera ?  (...)



      Giovanni Vignola  da  I riti di iniziazione ( Magici, sessuali e religiosi )



*   In alcuni dei miei viaggio in regioni del mondo non ancora del tutto avvezze alla presenza occidentale  e alla sua strumentazione, mi è capitato che le persone avessero un grande terrore di essere fotografate ( si nascondevano al vedermi con l'obiettivo ), temendo con ciò di perdere l'anima. Si trattava di una paura atavica e radicata, che non prestava orecchio a nessuna spiegazione razionale o tecnica. Sempre si trattava  della parte più povera e meno acculturata di Stati che pure avevano rapporti commerciali o di turismo col mondo occidentale .( E questo è capitato indifferentemente sia ad Est che ad Ovest, sia in Africa e ciò dimostra che il fenomeno rimanda  ad una paura non indotta da una cultura in particolare, ma di reminiscenze ataviche inconsce e come tali incontrollabili ).



                                       frida




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