Duetto dell' Anima con Cristo ( Dal Canto della Passione di Sant' Alfonso )
Christine Lavant nasce contadina a Klagenfurt, la patria di Musil e di Ingebord Bachmann, tutti e tre segnati dalla stessa malinconia carinziana. Il suo destino, segnato sin dalla nascita, sarebbe stato quello di imparare i lavori domestici e dedicarsi alla famiglia. Ma una necessità più forte le grida dentro: leggere, amare, poetare. C'è un fuoco che arde nascosto e che deve divampare per non estinguersi. Christine è dunque in bilico sin dagli anni dell'infanzia fra ciò che le impone una rigida e arcaica tradizione e quello che prepotentemente sente di voler essere. Su questo doloroso dualismo si innesta a vent'anni il tentativo di suicidio e il conseguente - volontario - ricovero in un ospedale psichiatrico.
" Allora, bambina mia, il poetare lascialo a qualcun altro e quando il primario ti avrà portato alla ragione - tra uno, due anni - allora sii felice se troverai una signora che ti insegnerà tutti i lavori domestici. Chiaro ?" . ( I medici dell'ospedale )
MI
HAI STRAPPATO FUORI DA OGNI GIOIA
Mi
hai strappato fuori da ogni gioia,
ma
io ne soffrirò soltanto,
solo
e unicamente, finchè
ne
avrò voglia, Signore,
In
uno stato di ferocissime superbia
e
furibonda audacia ti sto davanti.
Solleva
la tua mano e fustigami,
vedrai
che salterò sempre più in alto
e
tu mi avrai davanti agli occhi in eterno,
una
piccola sfera rossa e rabbiosa.
Ogni
punto mi scaglia indietro verso di te
perchè
mi hai strappato via da quell'unico punto
in
cui ero cuore, gioiosa e tenera come un uccello,
per
poi appallottolarmi
e
scagliarmi nel dolore eterno.
***
DOV'
E' FINITA LA MIA DESOLAZIONE?
Dov'è
finita la mia desolazione?
Sono
stata con lei molto severa
e
l'ho quasi del tutto trasformata:
nel
momento dell'addio era straniera e muta.
I
suoi capelli salivano erti e tutti grigi
nella
direzione da me voluta
e
andandosene ancora masticava
la
pietra che mi rotolava via dal cuore.
Quello
non fu certo un ottimo pane:
ora
gliene potrei impastare uno migliore.
La
mia volontà ha schiacciato un chicco di grano
nel
pieno di questa carestia.
Ma
a chi piace mangiare da solo?
Se
soltanto tornasse da me la mia desolazione
e
mi togliesse la rabbia dalla bocca,
allora
sì che anch'io sarei davvero sazia!
***
DIMENTICA
IL TUO CIARPAME, CREATORE!
Dimentica
il tuo ciarpame, Creatore!
O
sarai creatore
di
ciò che è cadavere e lo rimane
e
si unisce alla terra
ben
più volentieri che al cielo.
Vai,
continua ad ammantare i gigli,
corrompi
pure i passeri col miele vergine -
io
vivo di ruggine e muffa.
Tu
dici che questo non mi sazia
e
blateri della città di Dio
che
molti conquistano con il digiuno.
Non
io! Mi piace vivere nell'argilla
per
diventare pietra e tuttavia
mai
esserti di peso.
***
MORTE
DIFFAMATA...
Morte
diffamata, per me sei così bella!
Già
di mattino ti penso come la mia capanna,
dove
la sera mi trasferirò
e
penso che sopra la capanna brillerà una stella.
Nemmeno
del trasloco ho paura!
Certo,
prima bisognerà bruciare molto,
prima
di tutto il corpo con tutte le sue brame e dell'anima
ciò che qui si è accumulato
in
fatto di coraggio e di allegria.
Solo
il mio amore – morte – non lo porterò con me!
Per
lui, se davvero sei il mio rifugio,
dovrai
preparare l'angolo migliore della mia capanna
e
se possibile mettici anche una finestra,
perchè
la stella, la buona stella di cui parlo ,
lo
possa colmare di tutta la consolazione
che
qui non gli ho mai potuto dare.
SOLO
UN RAMO SECONDARIO DEL SONNO
Solo
un ramo secondario del sonno,
selvaggio
e bastardo, allevato dalle droghe
si
prende cura a volte della mia anima.
Due
esseri abusati, al servizio l'uno dell'altro
consolano
quel che ancora va consolato
e
benevoli nascondono ciò che sanno.
Mettono
al mondo sogni dimidiati
cerei
e senza volto
ignoranti
di pazienza e cura
sciolti
già al primo canto del gallo.
E
tuttavia sono figli piccoli,
battezzati
di corsa, tutti consacrati
a
colui che li ha sacrificati entrambi
come
due schiavi o cani randagi
mentre
il buon nobile sonno
si
corica soltanto con anime illustri.
***
VOGLIO CONDIVIDERE IL PANE CON I PAZZI
Voglio condividere il pane con i pazzi,
ogni giorno un pezzo di questo grande orrore,
anche la campana nel cuore,
là, dove il colombo fà il nido
e trova un minuscolo asilo
nella selva sulle acque.
A lungo ho vissuto come pietra
sul fondo delle cose,
ma ho sentito la campana
sussurrare il tuo segreto nei pesci volanti.
Imparerò a volare e a nuotare
e lascerò tutto ciò che è pietra sotto la pietra,
lascerò la malinconia coricata nella madreperla,
ma solleverò in alto la rabbia e la miseria.
Le mie ali sono più antiche della tua pazienza,
le mie ali sono volate oltre il coraggio
che s'era fatto carico dell'errare.
Voglio condividere il pane con i pazzi
là, nella spaventosa selva del colombo,
dove la capanna divide in tre parti il grande terrore
trasformandolo nel suono tripartito del tuo nome.
***
VOGLIO CONDIVIDERE IL PANE CON I PAZZI
Voglio condividere il pane con i pazzi,
ogni giorno un pezzo di questo grande orrore,
anche la campana nel cuore,
là, dove il colombo fà il nido
e trova un minuscolo asilo
nella selva sulle acque.
A lungo ho vissuto come pietra
sul fondo delle cose,
ma ho sentito la campana
sussurrare il tuo segreto nei pesci volanti.
Imparerò a volare e a nuotare
e lascerò tutto ciò che è pietra sotto la pietra,
lascerò la malinconia coricata nella madreperla,
ma solleverò in alto la rabbia e la miseria.
Le mie ali sono più antiche della tua pazienza,
le mie ali sono volate oltre il coraggio
che s'era fatto carico dell'errare.
Voglio condividere il pane con i pazzi
là, nella spaventosa selva del colombo,
dove la capanna divide in tre parti il grande terrore
trasformandolo nel suono tripartito del tuo nome.
Christine
Lavant da Poesie
Il genio spesso trae ispirazione mentale da una situazione che varca i confini della razionalità, come in Alda Merini.
RispondiEliminaChe il confine tra " sanità " e " pazzia" sia labile è un dato di fatto e ce ne accorgiamo dal numero di artisti ( geni ) di varie discipline che oggi non avrebbero superato un'indagine diagnostica psichiatrica.
RispondiEliminaC'è persino chi si spinge a dire che - se l'avvento degli psicofarmaci fosse venuto
anzitempo - avremmo avuto meno psicotici, nevrotici, ipocondriaci, isteriche, depressi e quant'altro in meno. Ma anche meno artisti.
Meglio allora non farsi la domanda su cosa sarebbe preferibile!
Grazie per la visita e il commento.