mercoledì 8 aprile 2020

LE SPARIZIONI DI NINA



                               Mi è toccato portare in giro un aggressivo contorno...


AUTORITRATTO

Mi è toccato portare in giro un aggressivo contorno
errabondo da mane a sera che spesso squarcia
la retina di chi mi sta intorno
quando proietto alla parete il mio incongruo essere.

A chi appartengo? Mi rinnegano antenati e genitori.
Temporaneamente alleate mi rinnegano le razze,
i bianchi, i gialli, i rossi e i neri.
Neppure la specie mi riconosce tutta d'un pezzo.

E solo quando grido perchè sbatto
e solo quando  il freddo si promana
e solo quando il tempo di peccato m'imbratta
- mi chiamano bella. Mi riconoscono umana.


                                            ***

Ho creduto 
di essere facilmente riconoscibile
dal mio leggero anulare
( ora tutto ingobbito )
e dal cane piumato
che mi accompagna.
Ho creduto di poter essere
una nappina appesa al suo abat- jour,
Donna Decrepitudine.
La sabbia rosicchia la mia sagoma.
Scompaio,
divengo con lei una cosa sola.


                                            ***

LA TENTAZIONE

Più vivo di così non sarai mai, te lo prometto.
Per la prima volta vedrai i pori schiudersi
come musi di pesce e potrai ascoltare
il mormorìo del sangue nelle gallerie
e sentire la luce scivolarti sulle cornee
come lo strascico di un abito; per la prima volta
avvertirai la gravità pungerti
come una spina nel calcagno
e per l'imperativo delle ali avrai male alle scapole.
Ti prometto di renderti talmente vivo che
la polvere ti assorderà cadendo sopra i mobili,
che le sopracciglia diventeranno due ferite fresche
e ti parrà che i tuoi ricordi inizino
con la creazione del mondo.


                                            ***

FACCIA A FACCIA

Aspettavo questo istante, faccia a faccia,
un viaggio verso una meta che ci separa;
faccia a faccia, con sembianze di violenta reciprocità,
le mani consumate dal sangue che non osano baciarsi,
gli abiti che non ardiscono tendere al rosso,
le bocche aggirate dalla parola
che porta giorno e sera sulle cose.
Eccoci dunque, faccia a faccia, allontanarci
con tutta l'incomprensione di cui siamo capaci,
in un'avversione per la specie tale che
quando il treno ci getta l'uno nelle braccia dell'altro
ci si rivela la morte,
come forse capitò ai mammut
nel fare il balzo nell'era successiva.


                                                ***

L' INCIDENTE

La luce sbatte contro i muri, sballa,
scivola nel bicchiere, guizza via strozzata,
urta le mie iridi che deboli risuonano, dolenti,
poi si ritrae, torna indietro e arriva
alla tua bocca liscia come vetro, la frantuma,
sulla tua bocca si disegna una nervatura nera :
siamo gravemente feriti tutti e due , la luce
imita  il nostro sangue.




                
   Nina Cassian   da   C'è modo e modo di sparire ( Poesie 1945 - 2007 )


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