giovedì 2 aprile 2020

UN SEME NELLA NEVE 1







Knuts venne arrestato il 17 Aprile 1962 con l'accusa di attività antisovietica. Aveva 26 anni. Fu condannato a 7 anni di lavori forzati da scontare in un campo di lavoro in Mordovia.
Aveva diritto di spedire due lettere al mese e insieme alle lettere inviava alla moglie e agli amici anche le sue poesie. Dal 1963 al 1969 -  nel lager - scrisse un migliaio di poesie, un quinto delle quali composero la raccolta " Un seme nella neve ", che fu pubblicato in Lettonia nel 1990.



IL BOTTONE ( 1964 )

Come il ciliegio, che sulla cima protegge
l'ultimo frutto rimastogli,
così io, su una camicia consunta custodisco
un solo unico bottone.

Quando non c'è più ricordo nè speranza
e quando il fardello diventa troppo pesante,
sul petto mi trastullo col bottone
che mi hai cucito.

Malgrado gli anni e la fame,
malgrado il sonno e la neve,
tu mi hai imbastito a questa vita sdrucita
con un filo d'amore e di eternità.

La notte ha vinto sul giorno. Io cerco
almeno un'unica luce dalla finestra.
Ma non c'è finestra : la vita mi brucia in petto,
sul bottone che mi hai cucito.


                                           ***

PERDONA   ( 1964 )

Perdona la mia mano gelida
che neanche l'incandescenza riscalda.
Perdona la camicia, schiuma candida,
che ricade dalla tua povera spalla.

I ricordi si frangono in dolori,
verso te non ho più agile il passo.
Perdonami di non avere più fiori,
perdonami questo sorriso affamato.

Perdona la luce che non spengo
e che trafigge con miriadi di dardi,
perdonami se ovunque ti scorgo,
se non c'è luogo dove puoi sottrarti.

Perdona le mie laconiche labbra,
dove ogni parola raggela.
Solo la notte coi suoi fili neri sa
il pianto del mio petto vuoto di te.

Serra la gola l'angoscia di una vita breve,
dove un uomo non vale una sola moneta.
Perdonami, se la marea delle tue carezze
è rifluita per la metà intatta.

Perdona la mia gioia infetta,
che addolora le tue spalle cariche di affanni.
Perdonami se la luna riluce contenta,
perdonami d'avere già cent'anni.


                                                  ***

LA TUA VOCE  ( 1966 )

Dove fuggire la tua voce,
i tuoi caldi e repentini discorsi,
se fin nel silenzio si affannano parole
e s'affacciano suoni che parola non hanno?

Finchè ho ancora la tua voce
non mi tocca l'incendio degli anni.
Non mi rattrista la stella che cade
finchè ho ancora la tua voce.

Dove fuggire la tua voce,
le tue calde e improvvise voglie d'amore ?
Dove fuggire la tua brama di vita ?
La tua voce - tale poesia
che mai in vita ho generato.


                                              ***

ALLA FINE DEL MONDO  ( 1967 )

Ecco l'ultima barriccata, il fronte del fuoco, la
linea rossa
oltre
non ci stringeremo più la mano.
Nè amici, nè parlamentari, neanche fratelli di
bevute.

L'ultimo giorno, l'ultima frase, l'ultima
occasione.
Sul confine brucia la parola Noi.
Non oltrepassa il fuoco la parola Voi.
Quel che resta, solo Loro.

Stasera ci siederemo sul bagaglio del nostro
senno,
sugli zaini del nostro senso dell'onore
a contare gli spiccioli della nostra vita.
Andare avanti o tornare indietro.

Staremo seduti ad aspettar mattina.



                             Knuts  Skujenieks    da    Un seme nella neve

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