Forse sarebbe stato meglio chiamare " un muto bisogno di decenza "...
( Nel libro ) sono raccontate le avventure drammatiche di quei partigiani ebrei polacchi che risposero colpo su colpo a chi tentò di sterminarli. Dalle foreste della Russia Bianca attraverso incontri, separazioni, battaglie; stretti da vincoli fraterni e da passioni contrastate, i protagonisti di questa interminabile epopea percorrono la Polonia e la Germania e raggiungono tra molte peripezie le vie della vecchia Milano.
(...)Eppure sentiva che non avrebbe potuto continuare a vivere
così. Qualcosa nelle parole e nei gesti dell'usbeco gli aveva
fatto intuire che lui, sui partigiani dei boschi, ne sapeva di più
di quanto volesse far apparire. Qualcosa sapeva, e Mendel
sentiva in fondo all'anima, in un angolo mal esplorato dell'
anima, una spinta, uno stimolo, come una molla compressa :
una cosa da fare, da fare subito, in quello stesso giorno la cui
luce già lo aveva stappato al sonno del samogòn. Doveva
sentire dall'usbeco dove stavano e chi erano queste bande, e
doveva decidere. Doveva scegliere, e la scelta era difficile: da
una parte c'era la sua stanchezza vecchia di mille anni, la sua
paura, il ribrezzo delle armi che pure aveva sepolte e portate
con sé ; dall'altra c'era poco. C'era quella piccola molla
compressa, che forse era quella che sulla Pravda veniva
chiamato " il senso dell'onore e del dovere", ma che forse
sarebbe stato più appropriato descrivere come un muto bisogno
di decenza . (...)
Primo Levi da Se non ora, quando ?
Il dramma non è il colore della casacca, ma le ragioni che si trovano per assassinare fratelli.
RispondiEliminaHai ragione.
RispondiEliminaE la storia è cominciata molto presto: Vedi Abele e Caino.
Grazie.