sabato 18 aprile 2020

LA NOTTE BIANCA DI ANNA





                                                           ...ebbra del suono di una voce…



VIVO COME IL CUCU' DELL'OROLOGIO,



non invidio gli uccelli dei boschi tuttavia.

Mi danno carica e io faccio cucù.

Però lo sai che ad un nemico soltanto

un tale destino augurerei.


                                                              ***


BEVI LA MIA ANIMA CON LA CANNUCCIA



Conosco il suo sapore amaro d'alcol.

Ma non ti pregherò di smettere nelle tortura.

Oh, io sono in pace da settimane ormai.



Avvertimi però quando hai finito. E

non importa se non avrò più l'anima.

Prenderò la via qui accanto,

guarderò i bambini che lì stanno giocando.



Fioriscono i cespugli di uva spina

e qualcuno porta i mattoni nel recinto.

Chi sei: fratello o amante?

Non lo ricordo e non serve d'altra parte ricordare.



Quanta luce qui, e come è inospitale!

Il corpo stanco intanto si riposa.

Ma – turbati – pensano i passanti: è vero, sì,

è rimasta vedova ieri soltanto.


                                                                              ***


DELLE MIE GAMBE NON SO PIU' CHE FARE



in coda di pesce perciò siano mutate!

Che gioia e che freschezza nel nuotare,

e da lontano biancheggia pallido un ponte.



A che mi serve quest'anima paziente:

che vada pure in fumo

e in tenere volute azzurre si alzi in volo

dal lungofiume buio.



Guarda, mi tuffo giù e solo aggrappata

a un'alga scivolo via.

Non ripeto, no, parole d'altri

né mi imprigiona l'altrui nostalgia.



Ma possibile che tu, mio assente,

sia impallidito e la tristezza t'abbia reso muto?

Che cosa sento? Tre settimane intere,

non fai che bisbigliare : “ Povera te, perché?”.



                                                                         ***

NELLA NOTTE BIANCA



Non ho chiuso la porta,

non ho acceso le candele,

non lo sai ma, per quanto fossi stanca,

non riuscivo ad andare più a letto.



Guardare, come si smarriscono i sentieri

dentro al bosco, all'imbrunire ormai del giorno,

ebbra del suono di una voce

che è simile alla tua.



E sapere che tutto è già perduto,

che la vita è un tremendo inferno.



Ero certa

che saresti ritornato.



                                                                    Anna Achmatova, 1911




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