Con i loro riflessi violacei giungono placidi corvi...
MOOSACKERWEG
Gorgogliavi al telefono come i fagiani
del Tremorgio ascoltati dalla costa
che sale al Campolungo
prima che vadano in pianta o dal lago
in barca col guardiano Isidoro detto il Monco.
Ora andiamo guardinghi fra giardini
dove s'addensano dalie screziate,
verso gli atri muscosi
promessi dalla via.
Non ti ferisce il sole,
imbozzolato quanto basta, non ti disturba il ghiaino
sparso con parsimonia. Garbatissimi cani
levano appena un guaito ( taceranno al ritorno ).
C'è chi innaffia, uguaglia o sfoltisce
siepi di sempreverdi, chi ancora raggiunge una noce,
uomini soli di sabato, l'uno distante anni luce dall'altro,
gruezi rispondono quasi sorpresi al saluto,
grussgott mentre con i loro riflessi violacei
giungono placidi corvi che disertano un folto congresso
in cielo per trascorrere qui, non privi di grazia posarsi
su betulle, su meli...
Esperti -di- sorrisi- dormienti
all'ombra e al sole, tua nonna e io non tardiamo a capire
quel che vuoi dirci: " Tutte quelle mele
così rosse sul ciglio della strada,
non raccoglietele, non sono buone,
da queste parti finito il raccolto è difficile
trovarne anche una sola che sia tutta sana,
bella, liscia, non aspra. Ma non conta, ben altro
può riempirci di gioia o contristarci, ben altro
irridere a un tratto le nostre scarse difese ".
Hai ragione.
Matteo, non importa, procedamus cum pace.
***
VERSO BASILEA
La tetraclordibenzodiossina
trovata nel latte
di una donna di Amburgo che abita
vicino a un inceneritore
mi attraversa la mente nell'istante
che il treno rallenta come senza perchè
e un signore laconico getta un occhio fuori
soffia Hoffmann- La Roche alla quasi assopita campagna.
Vacche brucano in fila tra lunghe strisce di un giallo
vicinissimo a un tratto, abbacinante.
Flachs, dice il compito signore, ma sbaglia, o vede azzurro,
è Raps, colza, già l'olio adulterato
della seconda sillaba ha mietuto
vittime in Spagna.
Da un affisso una donna
invita a non prendere troppo sul serio la vita.
***
DAL BUFFO BLU
Come alzo un dito non so perchè la coccinella che da un po' ti tiene compagnia, lascia il soffitto e viene a posarvisi, non so perchè nel viaggio breve dall'orlo al centro del tuo piatto alla formica son cadute le ali.
Paperoso? Carìcido? E adesso è oggi, adesso è domani, tu non devi piangere se il pollice non è all'altezza delle altre dita; non devi prendertela perchè ci sono le ore.
***
IN RIPA DI TESINO
Nel mondo delle fiabe in primavera
quando più forte odorano lungo il Ticino i sambuchi
e sui sentieri gli armenti dei pioppi s'ammucchiano
come neve soffiata, aumenta il numero
dei suicidi, specie a causa del Fohn.
Seduti tra i cespugli si ha un bel ridere
vedendo passare con l'acqua timbri, attrezzi d'ufficio, si finisce
con lo star male come alla stazione
quando fra un treno e l'altro un colombo si posa
sulle rotaie.
Più ricca del Kuwait la Svizzera ha il primato
dei suicidi in carcere, cinque su mille,
un ingegnere delle ferrovie dice che molti si gettano
sotto il treno, due in un mese a Bellinzona,
l'altranno sessanta lungo la sola via del Gottardo.
Si resta perplessi si guarda l'amico
di fuorivia perplesso se a un tratto
sul mezzodì viene incontro tra pallidi tronchi dei platani
un anziano signore sconosciuto che chiede garbato
da che parte è il Ticino, il fiume.
Il fiume? Si addita dicendo che il ponte più vicino
l'hanno tagliato e gli altri
sono un po' tanto a nord, a sud.
Ma non meno inattesa la gioia di vederci salutare
con quasi festoso trasporto da chi credevamo travolto
e invece passeggia, pietosamente toccato d'eterno,
sulla diga, la giacca sottobraccio per il caldo.
Giorgio Orelli da Spiracoli
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