Ciò che mi interessa ora è la vecchiaia della stella...
LA STRANIERA
Sentivo come ironia della sorte
che ora stesse a Coney Island,
emblema delle pazzie più frivole,
proprio lei che è cresciuta a Cracovia
e vissuta a Parigi e a Roma
prima di trovare l'approdo finale
a Brooklyn dove stava da decenni ormai.
Ma il suo inglese era rimasto storpiato
con un accento che offendeva l'orecchio.
Anche sapendola colta
(parlava perfettamente il francese
oltre al polacco e anche l'italiano,
- nella fuga dalla Polonia a Parigi
erano passati dall'Italia ), la sentivo
straniera, forestiera... altra.
Alla fine, provavo pena per le:
la trovavo un po' patetica, poverina.
Viso su questa sponda dell' Adriatico
da più di quarant'anni ormai.
Ma ancora basta che dica " buonasera "
perchè mi chiedano : " Ma lei non è italiana,
vero? ". E io naturalmente rispondo :
" No... sono straniera ".
***
UN PICCOLO DONO
Sta invecchiando
e nel catalogo dei suoi lamenti
c'è il dolore persistente
ad un ginocchio artritico :
non può dormire la notte
se non prende
una pillola e poi assume
l'unica posizione possibile.
Quando penso
che non molto tempo fa
facevamo insieme
lunghe camminate e parlavamo,
parlavamo, e lui declamava
le sue incessanti assurde
filastrocche verso dopo verso,
la caccia al serpesce,
o altre cose sceme
di cui sono fatti i sogni,
finché non gemevo basta
e avrei voluto - solo per un poco -
far tacere quella bocca bizzarra
in quel momento e luogo, con un bacio.
E come vorrei adesso che la mia bocca
con un bacio mandasse via il male,
vorrei essere una strega,
o una mamma, o qualche altra
specie di donna magica
con lingua e labbra taumaturgiche
per leccare e succhiare via le pene
degli anni che passano, veleno di serpente
da sputar fuori, per farlo ancora nuovo.
Labbra di maga avrebbero senz'altro
possanza contro questo oltraggio,
questa umiliazione, questo invecchiare;
le mie possono solo portare un dono
di estasi effimera, leccandolo per
restituirgli un corpo,
ancora, ancora,
in un immortale istante
di delizia.
***
LA VECCHIAIA DELLE STELLE
Anche per i corpi celesti
c'è un tempo lineare, ineluttabile:
la giovane stella azzurra
è tersa, scattante,
attraversa poi la maturità
un bianco diamante;
ma ciò che a me interessa ora
è la vecchiaia della stella
quando - mostruosamente grande -
in rarefatto decadimento
si adagia nel cielo, anziana signora
stravaccata in poltrona e
soddisfatta.
***
SARA : L' ATTESA
Non ha detto una parola quando è partito,
solo un cenno secco del capo verso il monte.
Con occhi scintillanti come lame
ha preso per una mano Isacco
e nell'altra il lungo coltello affilato.
Senza una parola il ragazzo lo ha seguito
- ubbidiente - un solo sguardo rivolto a me
da occhi impauriti.
Li ho visti allontanarsi,
la bruna testa ricciuta sotto quella grigia
e piegata di Abramo, su per il sentiero
ripido e polveroso come la mia gola
che non è riuscita ad emettere una parola.
Il vento del deserto mi abbaia nel cervello,
scava nelle viscere strette da una mano di ghiaccio.
L'asse del tempo si è spezzato.
Nei rami secchi dell'albero all'orizzonte
si è impigliato il sole.
***
HAIR
In quegli anni
quando pelo era parola d'ordine
vidi per la prima volta una in posa per tuffarsi:
aveva le ascelle ricoperte
ed era bella.
Ed erano gli stessi anni delle nuotate nude nel lago
con dopo le lunghe discussioni
se usare o no la violenza
per fare la rivoluzione.
Ma noi la rivoluzione l'avevamo già fatta
con le nostre ascelle pelose
e i capelli ondeggianti lungo schiene
sottili come torri -
e la musica la musica la musica
in quei giorni.
Poi venne la signora Gothel e recise
le nostre ciocche e la polizia a Chicago uccise
i Black Panther e Bob Marley smise
di cantare a soli 36 anni e io per i miei 30 decisi
che essere adulta voleva dire farmi
un taglio corto.
Brenda Porster
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