mercoledì 3 giugno 2020

IL VAPORE E LA RUGGINE ( Nota dell' Autore )



                                                                   
Nota dell' Autore

Il vapore e la ruggine (o L’avventura (im)poetica, 99 note in calce a un testo inesistente) è un’opera in forma di note a piè di pagina, ovvero ciò che resta di un romanzo indicibile, di un testo evaporato. Oltre a configurarsi come commento a un testo inesistente, le note hanno un motore interno fortemente narrativo che nasce dallo scambio col lettore, chiamato a colmare i vuoti con la propria immaginazione. Nate come sorta di piccole poesie di ispirazione minimalista, le note hanno poi trovato una forma più compiuta nel corso degli anni e delle numerose revisioni. Lo stile alterna un registro ricercato - a tratti evocativo, giocato sull’etimologia di alcuni termini - a un altro più colloquiale, a volte brutale e persino collerico. Nel testo, a parlare è Guglielmo Soga, poeta e polemista, uno degli eteronimi usati da chi scrive, negli ultimi anni, entro il blog malesangue.com. Soga - corda in lingua spagnola - affronta vicende personali, artistiche e sentimentali, sempre in equilibrio tra la dolcezza e l’asperità di un’epoca (il vapore e la ruggine del titolo). Il fatto stesso che queste considerazioni o “arringhe”, come le definisce lo stesso Soga in una delle 99 note, siano “fuori dal testo”, dunque “o-scene”, rappresenta un’ulteriore riflessione tra ciò che si può raccontare e ciò che resta indicibile, e dunque una riflessione sull’oscenità del romanzo come prodotto editoriale/industriale di consumo. Ho dovuto assumere il nom de plume di Guglielmo Soga per poter scrivere in un periodo di parziale reclusione; un momento in cui la scrittura - e l’idea di tornare a pubblicare - era un fatto del tutto segreto, che negavo soprattutto a me stesso. Il vapore e la ruggine è anche una riflessione di natura puramente tipografica sull’oggetto libro, e dunque sulle nostre modalità di lettura in un’epoca in cui i nostri occhi sono saturi di informazioni testuali provenienti da ogni tipo di device; per questo ingaggia il lettore sul rapporto tra pieni e vuoti, tra spazi bianchi e inchiostro, con l’auspicio che l’impressione, a fine lettura, sia comunque quella di aver vissuto un’avventura (im)poetica.



                                                           Marco  Montanaro



2 commenti:

  1. Grazie Frida per avermi fatto conoscere un autore così originale e meritevole di farci una chiacchierata. Mi incuriosisce sicuramente. Il tuo blog è sempre più interessante grazie alla tua vena dolcemente poetica.. Ciao.

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  2. Il ringraziamento è mio - gentile lettore- e devo dire che mi piace far conoscere oltreché i " classici" della poesia, autori poco conosciuti ma non per questo meno piacevoli alla lettura e meritevoli di essere " indagati".

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