domenica 2 febbraio 2020

QUANDO NON MORIVO 2



Espormi a tutte le correnti
cadere nell'ebbrezza
degli slegati.
Dimenticare il patto, le parole
il nome tuo - vorrei.
Ma l'adesione a te
in forma d'una ottemperata forza
                                      che salda e cuce.
La violenza antichissima che osa
gravare dentro me
                            la tua sostanza -
nell'alleanza
d'un sangue che non ragiona
e s'imprigiona in te, con te,
fino a qualunque rovina
o cima altissima
o baratro d'anni che s'avvicina.

Non posso. Non posso più
essere la randagia
che vacilla in soglia, ma solo
regina di te e tu sovrano -
un po' piangiamo e un po' no
abbracciati ancora custodiamo
il nostro porto sepolto
                              e intero l'uragano.


                                        ***

IL QUOTIDIANO INNAMORAMENTO

L'amore mio ha tanti di quei nomi.
Batte le foglie a volte come cielo
che scende in gocce. Tira via le foglie
secche e le trasporta in volo.
A volte l'amore mio sorge e risplende
a volte per un momento breve
mi guarda sul sentiero con occhi
spaventati di capriolo. Ha molte facce
l'amore mio. Umane facce
e musi. Ha tutte le parole.
Ha note, sinfonie, voci cantate.
Ha un vuoto così grande
che mi accoglie mi chiama e mi
atterrisce. L'amore mio.
Mi consola e mi duole.
E non muore - non muore.
Da forma a forma fiorisce.


                                             ***

Subito si cuce questo niente da dire
ad una voce che batte. Vuole
palpitare ancora, forte, forte forte
dire sono - sono qui - e sentire che c'è
fra stella e ramo e piuma e pelo e mano
un unico danzare approfondito, e dialogo
di particelle mai assopite, mai morte mai finite.

Siamo questo traslare
                  cambiare posto e nome.

Siamo un essere qui, perenne navigare
di sostanze da nome a nome. Siamo.


                                                  ***

Il cielo cadeva
dalle sue regge. Infuriava
di finito. Non era più il tempo
delle cose invisibili. Tutto
si gettava negli occhi, si imponeva
in forme, in tinte, tutto c'era.
Invecchiava. Nostalgia
definitiva nelle scarpe - nel cuore.
Solo nostalgia - restava.


                                                ***

Ci siamo cautamente avvicinati
al raschio inferocito del trattore.
E dentro - quel rumore potente
impennava un nostro grido
tutto il ferro che abbiamo nel cuore
in un ringhio contro qualcosa
che non si fa vedere. Mai mai
si fa vedere e ci sfinisce
con quel suo vuoto.


                                           ***

Varcherò la fessura del nero
- l'involucro deposto -
sarò leggera e sola
muta e guizzante
tutta vestita solo
di un altro cielo.



                      Mariangela  Gualtieri   da    Quando non morivo


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