lunedì 24 febbraio 2020

LA TUNDRA DELL'ETA' DI MARIA LUISA





                                               I miei occhi erano specchi...



LA TUNDRA DELL'ETA'

I

Il tulipano nero e il giglio in lotta
lungo l'argine, in bilico. Scenario
delle mie notti, spazio del riposo
devastato da incubi e amarezze.

L'aria mi manca da due mesi, plana
la tundra dell'età. Sfiorisce l'erba
e a poco a poco anche la quercia soffre
nelle antiche radici. Le credevo
baluardo contro il nulla.

Mi aspettavo battaglie, corpo- a- corpo
contro forme visibili. Difficile
rassegnarsi all'insolito. Non lotte,
ma viscidi fantasmi fatti d'aria,
di ossigeno negato.


II

Tu, nuovo amico, prendimi per mano,
tu che sai tante cose. Mi hai guardata
negli occhi. Erano specchi in cui leggevi
tutte le verità della mia vita.

A mia volta guardavo in quegli occhi
con nuova intelligenza. Sì, i segnali
della gioia svettavano per strada,
e tutti li ho vissuti, una leggenda.

Ma vuole la natura - l'usuraia -
che tutto si ripaghi. Di ogni cellula
variopinta, nel nucleo si cela
solo ibernato il tulipano nero.


                                                 ***


I NOMI

Io amo amare. Tutta la mia vita
brillò di stelle a sfida d'ogni buio.
Furono pianetini, soli ardenti,
meteoriti, lune, astri,  comete.

Di sei uomini il nome mi accompagna,
soavi nomi esotici o di casa.
Astronomi famosi: quale gloria
poter dare dei nomi alle stelle.


                                               ***

PICCOLA SIUTE MUSICALE

I

Germogliano parole dalle sorgenti di vita,
riemergono in sogno, ma il cifrario manca.
Ne sfioro un lembo - a volte - ma la musica si perde
come un tempo sfumava la serenata.


II

Ogni erba crescendo fa una musica,
l'edera è un contrabbasso, il gelsomino un flauto,
la campanella al vento è una valchiria,
l'ortica vuole buccine d' Aida.

Troppo frastuono per i morti che
sono morti per scordare la vita,
l'assordante concerto, il polo ostile
del silenzio, violino di Dio.


III

Il violino saliva, straziato saliva,
sfidava e andava a frangersi in un muro.
Silenzio enorme di ultrasuoni. Prima
carnalmente ignoravo la morte.

Lei non si lascia alle spalle le voci.
Le riassorbe in nulla senza vortici.




                      Maria Luisa Spaziani   da     La tundra dell'età



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