sabato 15 febbraio 2020

SEBASTIAN ( BACH ) 2



(...) Non posso sapere quanto tempo gli rimane. I trent'anni alle
      nostre spalle sono volati in un colpo d'arco. Ora non capisco
      più che peso dare al tempo buio che ci unisce. Facciamo di
      tutto per dominare ogni istante della nostra vita, fingendo di
     non ricordare che c'è un tempo sopra ogni cosa e non possiamo
     cambiarlo.Nemmeno Sebastian può fare qualcosa, lui che ha
     dominato  il tempo della sua musica, organizzandolo giorno
     dopo giorno tra cinque infiniti orizzonti neri. Il tempo sopra 
     ogni cosa è il tempo di Dio, solo Suo e di nessun altro. Ma io
     non voglio ancora arrendermi. " Quanti suoni hai portato alla
     luce, mio Sebastian . Li hai sottratti alle tenebre e li hai portati
     a noi. Mi hai fatto sentire tu per la prima volta i suoni dei 
     boschi di Cothen, la differenza fra gli infiniti suoni dell'acqua
     nei ruscelli. Mi hai spiegato che il suono di Dio è in ogni cosa,
     in ogni foglia come in ogni insetto, dentro ogni stella e dentro
     ogni nuvola. Una volta mi hai fatto ascoltare il canto del vento.
     Ho pianto di gioia.Era solo con te che potevo sperare di sentire
     quei suoni, eri tu che li trasformavi in musica per noi. Dal
     primo giorno ho avuto fede nella tua musica. E' la tua musica 
     ad avermi dato la forza di rialzarmi dopo la mia morte. Perchè
     tu sai bene che io sono già morta sei volte: tutte le volte in cui
     abbiamo adagiato sotto terra le nostre creature. Mi sono
     trasformata prima nella tua ombra e poi nei tuoi occhi. Ormai
     ho gli occhi pesanti, Sebastian. Ho passato troppo tempo ad
     asciugarli in segreto, da sola, per non farmi vedere debole e
     sconfitta. Se mi chiedi quanto tempo ti rimane, ti rispondo di
     saper bene che non possiamo combattere il tempo di Dio. Ma
     sono arrivata ad odiarlo, quel tempo. Ne ho avuto troppo poco
     per i nostri figli, troppo poco per noi due. Voglio tornare a
     danzare fra le siepi di Cothen, cantare ancora la tua musica.
     Se te ne vai tu, nulla avrà più  senso. Non puoi andartene con
     questo buio negli occhi. Devi farcela, Sebastian. Non puoi non 
     farcela ".

    Le sue mani nelle mie. I suoi occhi chiusi, così vicini ai miei. Da
    troppo tempo desideravo pronunciare a voce alta quei pensieri.
   L'ho fatto ora,senza la certezza che lui comprenda le mie parole.
    Sono avvolta dallo sconforto.
   Poi Sebastian comincia a muoversi, solleva piano la schiena.
  " Aiutami ad alzarmi. Portami davanti al clavicembalo. Devo
   spiegarti alcune cose, mia piccola Bachin ". (...)




 Cesare Picco   da    Sebastian ( Il viaggio che ha cambiato la vita e la musica di J.S. Bach )

 

Nessun commento:

Posta un commento