" Si bene calculum ponas, ubique naufragium est " ( Sebbene tu faccia attenti calcoli, il naufragio è ovunque ). Petronio, Satirycon
E il mare e l'amore hanno l'amaro in comune,
e il mare è amaro, e l'amore è amaro,
ci si perde in amore come nel mare
perchè il mare e l'amore non sono senza tempeste.
Chi teme l'acqua si soffermi a riva,
chi teme le pene che si soffre per amare
non si lasci infiammare d'amore,
ed entrambi di naufragar non rischieranno.
La madre dell'amore ebbe il mare per culla,
il fuoco esce dall'amore, sua madre esce dall'acqua,
ma l'acqua contro questo fuoco non può opporsi.
Se l'acqua potesse spegnere un braciere amoroso,
il tuo amore che mi brucia è tanto doloroso
che avrei spento il suo fuoco col mare delle mie lacrime.
Pierre de Marbeuf , poeta francese del '500
***
Un giorno ride ed è tutta lieta,
e la loderebbe un ospite che la vedesse in casa:
" non c'è donna migliore di questa
nè più bella in tutto l'universo ".
Ma un altro non si può sopportare nè di guardarla
nè di andarle vicino; e allora è furente
e inavvicinabile come una cagna che difende i cuccioli.
Implacabile e odiosa con tutti,
è uguale con i nemici e gli amici.
Come il mare spesso è tranquilla,
non fà danni, è grande gioia per i marinai
nel tempo estivo; ma spesso s'infuria
e si agita con onde che rimbombano cupe.
Al mare soprattutto assomiglia questa donna,
nell'ira , ché mutevole è l'indole del mare.
Semonide di Amorgo, poeta greco della seconda metà del VII sec. a. C.
***
Iva ( andava ) la bella Europa,
sparsa le bionde trecce, il mar solcando.
De l'animata nave
era Amore 'l nocchiero,
ed ella stessa e passeggiera e merce.
Erano remi le taurine braccia,
era timone il corno, e vela il velo
che 'ngravidato e gonfio
di placid' aurora e di secondo vento
la portava veloce .
Giovan Battista Marino , Il rapimento d' Europa
***
Che gioia, coricato, ascoltare i venti che infuriano
e stringersi teneramente la propria donna al petto,
o, quando lo scirocco invernale avrà versato la gelida pioggia,
immergersi senza pensieri nel sonno al ticchettìo delle gocce.
Questo mi tocchi in sorte! E' giusto che ricco diventi
chi può sopportare il furore del mare e le minacciose tempeste.
Tibullo , poeta latino del I sec. a. C.
***
Simile a una tempesta di primavera,
il mio cuore segue le onde incerte del mare.
Ora una grande pioggia, altre volte appari sereno,
e ridendo riversi tenerezza dagli occhi.
Io, come un naufrago sopra i marosi, misuro le onde
cieche, sbattuto qua e là dalla tremenda bufera.
Dammi una meta, che sia d'amore o anche di odio,
ch'io possa sapere qual è il mare in cui sto nuotando.
Meleagro di Gadara, poeta greco della prima metà del I sec. a. C.
Giorgio Ieranò da Il mare d'amore ( Eros, tempeste e naufragi nella Grecia antica )
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