domenica 23 febbraio 2020

IL LAMENTO DEI MORTI 2



SESTA CONVERSAZIONE


James Hillman

Mi sembra che in qualche modo abbiamo ribattutto alle critiche sollevate dalla psichiatria convenzionale: il Libro rosso non è la manifestazione di una malattia, nè creativa nè di altro tipo. Tuttavia le critiche arrivano anche da un altro fronte: quello del cristianesimo, secondo cui l'opera di Jung sarebbe demoniaca. Karl Jaspers, per esempio, elenca cinque motivi per cui scendere nel mondo infero, parlare con le figure, ascoltare le voci - fare ciò che fece Jung - sarebbe demoniaco e non cristiano. E' aprire una porta al caos, che Cristo spazzò via quando disse ai discepoli che la sua voce è l'unica che bisogna ascoltare. La voce di Gesù è l'unica che potremo mai udire. E' un po' contorto, ma credo che lei abbia capito di che cosa parlo. Il libro è sotto un duplice attacco: quello della psichiatria e dell'ortodossia convenzionale, da un lato, e quello dell'ortodossia cristiana, dall'altro. Lei cosa ne pensa?


Sonu Shamdasani

Il libro è in effetti un testo eretico. Ma rimane all'interno di una cornice cristiana.
Se ci fosse un indice analitico, mostrerebbe che la figura cruciale è Cristo. Negli scritti successivi, lo sviluppo della tradizione cristiana soffocò la formazione del simbolo individuale - come la definisce Jung - bloccando l'accesso all'esperienza religiosa diretta. Nel Libro rosso c'è un tentativo di recuperarla.


J.H.

Ed è terapeutico.


SS.

Nei termini dell'incontro con il peso della storia, Jung affronta le conseguenze, gli effetti che due millenni di cristianesimo hanno avuto sull'anima.




  James Hillman & Sonu Shamdasani   da    Il lamento dei morti



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