martedì 18 febbraio 2020

L' ASSENZA DI DIO IN MARIO




                                                                       Solo se trata de vivir...
 



Diciamo che ti allontani definitivamente
verso il pozzo d'oblìo da te scelto,
ma la parte migliore del tuo spazio
rimarrà per sempre in me, dolente;
rimarrà in me il tuo cuore inerte e sostanziale,
il tuo cuore di un'unica promessa
in me che resto completamente solo
a sopravviverti.

Dopo quel dolore rotondo ed efficace,
pazientemente aspro, d'invincibile dolcezza,
non importa se sfrutto la tua assenza insopportabile
nè oso chiedere se una parola
può contenerti come al solito.

La verità è che ora non sei nella mia notte
di straziante e totale somiglianza con altre
in cui ho cercato di averti e circondarti.
Resta soltanto un'eco irrimediabile
della mia voce infantile, quella ignara.

E adesso che inutile paura, che vergogna
non avere preghiere come morsi,
nè fede per piantare le unghie,
non avendo altro che la notte,
sapere che Dio muore, Dio scivola,
che sta arretrando con le braccia chiuse,
con le labbra chiuse, con la nebbia,
come un campanile a pezzi
che ritornasse indietro secoli di cenere.

E' tardi ormai. Eppure io darei
tutti i giuramenti e poi le piogge,
le pareti con insulti o dolorosi richiami,
le finestre d'inverno, il mare a volte,
pur di non avere in me il tuo cuore,
inevitabile cuore sofferente
in cui mi trovo completamente solo
a sopravviverti.



          Mario  Benedetti   da   Soltanto nel frattempo, 1948- 1950


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