martedì 2 febbraio 2021

TRE POETI ( e una musica ) PER FARE ANIMA

 


                                                 Tra ciò che taccio e sogno... la poesia



Tra ciò che vedo e dico, 

tra ciò che dico e taccio,

tra ciò che taccio e sogno,

tra ciò che sogno e scordo,

la poesia.

Scivola

tra i sì e il no:

dice

ciò che taccio,

tace

ciò che dico,

sogna

ciò che scordo.

Non è un dire:

è un fare.

E' un fare

che è un dire.

La poesia

si dice e si ode:

è reale.

E appena dico

è reale,

si dissipa.

E' più reale, così ?



II

Idea palpabile,

parola

impalpabile:

la poesia

va e viene

tra ciò che è

e ciò che non è.

Tesse riflessi

e li stesse.

La poesia

semina occhi nella pagina,

semina parole negli occhi.

Gli occhi parlano,

le parole guardano,

gli sguardi pensano.

Udire

i pensieri,

vedere ciò che diciamo,

toccare

il corpo dell'idea.

Gli occhi si chiudono,

le parole si aprono.


                                          Octavio Paz   da   Arbol adentro, 1987



                                         ***


SENTITE UN PO'


Sentite un po'!

Ma se le stelle si accendono -

significa - servono a qualcuno?

Significa - qualcuno le vuole?

Significa - questi sputacchi per qualcuno sono perle?

E, soffocato

nelle bufere di polvere meridiana,

si precipita da dio,

teme d'essere in ritardo,

piange,

gli bacia la mano nerboruta,

prega -

che ad ogni costo in cielo ci sia una stella! -

giura-

che non sopporterà quel tormento senza stelle!

E dopo

cammina inquieto,

ma tranquillo in apparenza.

Dice a qualcuno:

adesso non c'è male?

E' passata la paura?

Si?!

Sentite un po'!

Ma se le stelle

si accendono -

significa - servono a qualcuno?

Significa - è necessario

che ogni sera

sopra i tetti

ci sia almeno una stella ?!


                     Vladimir Majakovskj    da   Sentite un po' , 1914


                                   ***


E quando vorrò scrivere

mi strapperò le unghie e le mani,

e quando vorrò parlare

verserò veleno nella bocca;

perché l'uomo ha le orecchie chiuse dall'odio,

imperversa su me Signore,

fammi capire che sono oggetto di compravendita

io che ero la tua prediletta;

fammi capire che gli angeli soli

non hanno un'anima nera,

che compatiscono l'uomo;

io infangata sto qui ai  tuoi piedi perenne

come una nefasta Euridice.



                      Alda  Merini  da   Fogli bianchi, 1987



4 commenti:

  1. Bellissima musica, e poesia notevole (almeno, questo frammento) di Apostolo Zeno venesiano.
    Grazie della condivisione!
    M.

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  2. Sempre molto felice di condividere momenti di assoluta Bellezza!
    Grazie.

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  3. Che delizia Octavio Paz, che delicatezza sempra di sentire lo sciabordio della risacca di sottofondo.
    Molto bella la scelta.
    Complimenti

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  4. In effetti la poesia che menzioni è carica di suggestioni, pur nell'apparente semplicità del ritmo.
    Ma è risaputo che la raffinatezza sta nella semplicità.
    Grazie per la visita.

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