Dalla nostra carne sboccerà l'aurora...
Nel Tao- te ching, il filosofo cinese Lao Tzu scrive : " Una buona legatura non ha bisogno di corda e di nodi, eppure nessuno può scioglierla ". Tuttavia il nodo, il filo, è ciò che da sempre simboleggia l'unione d'amore. Il filo è un simbolo che troviamo ovunque, a partire dalla mitologia cinese con l'antica leggenda del " Dio del Matrimonio e il Filo Rosso del Destino", in cui il vecchio che si occupa dei matrimoni risponde così al giovane che gli chiede cosa ci sia nel sacco che porta in spalla : "
Da questa leggenda forse è nata anche quella giapponese del filo rosso del destino, secondo cui una persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Seguendo questo filo si può trovare la persona che ne porta l'altra estremità legata al proprio mignolo : essa è la persona cui siamo destinati, la nostra anima gemella. Le due persone così unite - prima o poi - nel corso della loro vita, saranno destinate ad incontrarsi, e non importa il tempo che dovrà trascorrere prima che ciò avvenga o la distanza che le separa, perché quel filo che le unisce non si spezzerà mai, e nessun evento o azione potrà impedire loro di ritrovarsi, conoscersi e innamorarsi. Nella storia del mito era noto - come era visibile in alcuni quadri - che le donne tagliassero il dito mignolo al fine di rimanere fedeli ai propri mariti, o era usanza, tagliare nel sonno i mignoli dei propri innamorati per impedire il tradimento. In altre versioni - invece - era usanza tagliarsi il dito mignolo per " separarsi da ogni legame".
Il filo e la tessitura hanno però la loro grande importanza anche nella mitologia classica greca e latina. Non il famoso filo di Arianna, non solo le Moire : Andromaca, Penelope, Lisistrata, Prassagora sono testimoni di una sapienza femminile che è anche iniziazione simbolica alla vita pubblica oltre che metafora del destino dell'uomo. La letteratura si è confrontata continuamente con questo topos e anche la poesia - nei secoli - è stata testimone del nesso fra destino e filatura, tra nodo, intreccio e legame d'amore. Il nodo è il luogo simbolico espresso in modo indimenticabile in una delle più famose liriche cinesi :
Chi dice mai
che sono io che non voglio
questo distacco, questo vivere lontano da te?
Le mie vesti odorano ancora dello spigo che mi donasti,
la mia mano tiene ancora la lettera che mi inviasti,
intorno alla vita porto sempre una doppia cintura:
sogno che essa ci leghi entrambi in un unico nodo.
Non lo sapevi tu che la gente nasconda l'amore
come un fiore troppo prezioso per essere colto?
Wu - Ti dei Liang , Liriche cinesi
Il nodo, come simbolo di legame sia carnale che spirituale, trova la sua collocazione in diverse culture. In India questa dualità è espressa in questa lirica :
Quando l'amato si accosta al letto
per incanto si scioglie da solo
il nodo della mia gonna...
Di questo soltanto sono certa, amica mia :
fra le sue braccia non so più ricordare,
neppure un poco, chi sia lui e chi sono io,
né quale amore stiamo facendo o come.
Amaruka , Centurie d'amore ( India VII sec. )
Due secoli dopo, Rabindranath Tagore, in Dono d'amore , ci lascia una commovente testimonianza di un legame d'amore che passa, anche qui, da un filo. Probabilmente in questa poesia il poeta si riferisce al mauli,un filo di cotone rosso che gli Indù usano legare al polso all'inizio di una cerimonia religiosa. Una particolare occasione in cui viene offerto il mauli è durante il Rakni Festival , rituale in cui si celebra il legame tra sorelle e fratelli per riaffermare l'amore, la cura, la protezione, l'ammirazione, il rispetto e il legame di sangue. A Jorasanko, nella casa del poeta, era vissuta sin dall'età di otto anni secondo il costume indiano per le spose, Kadambari, la cognata, donna di grande cultura e bellezza. Gli era cresciuta vicino ed era la sua compagna di giochi. Si suicidò quando Tagore, obbedendo all'imposizione del padre, accettò di trasferirsi in un'altra abitazione. Quello della cognata fu un gesto disperato, del tutto incomprensibile per la mentalità e la religiosità induista. Per tutta la vita il poeta porterà con sé il dolore di quella perdita, sentendosene responsabile. La moglie gli rimase pazientemente accanto dandogli cinque figli, poi morì a soli ventinove anni. Da questo momento una serie di lutti, tra cui quella dei due figli piccoli, segnò profondamente l'esistenza del filosofo indiano. Dalla sua esperienza d'amore e di dolore, egli lascia sgorgare stupende liriche :
Quando arrivò il momento
in cui dovevamo salutarci,
come una nuvola che
solennemente scenda,
ebbi solo il tempo di legarti
al polso una cordicella rossa,
mentre le mie mani tremavano.
Ora, mentre sbocciano i fiori di mahua,
siedo da solo nell'erba
e mi vibra una domanda:
" Hai ancora la mia cordicella rossa? "
Rabindranath Tagore , Dono d' amore
Anche oggi i poeti si confrontano con la metafora del filo. Il legame è qualcosa di prezioso solo se viene sciolto da chi ama, e Vivien Lamarque, 1972 - 2002 riesce bene a sottolinearlo:
Con un filo d'oro lo vorrei a me legare,
poi, come prova d'amore, lo vorrei
per sempre liberare.
Nuovo invece il modo di intendere la metafora della tessitura in un linguaggio d'amore per un altro poeta contemporaneo.Ninnj Di Stefano Busà (Eros e nudità ) , rinnova l'accezione classica di tessitura come simbolo del destino, legandola ad un significato più profondo di rinascita spirituale attraverso il desiderio e l'unione carnale dei corpi degli innamorati :
Solo un guizzo di luce nel tuo sguardo
un lampo in cui vi ammutolisci
il vento di soavi piacere, di stordimenti.
Qui è la spola, qui l'arcolaio per tessere la tela,
dalla nostra carne sboccerà l'aurora.
Valentina Meloni
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