lunedì 22 febbraio 2021

PRIMA D'ORA

 


                  De profundis clamavi ad te - Domine - exaudi vocem meam... ( Salmo 130 )                                        




Stavo bene,

davvero proprio bene

a cogliere petali di rose,

silenziosi sogni e ortiche

in quel giardino d'occhi

ch'era il tuo sguardo.


Stavo lì, avvolta nelle brume

ad aspettare che qualcosa accadesse

- di speciale.

E succedeva sempre.

A volte con il cuore

dentro una valigia e le tue ali

pronte a seguirmi.

Altre volte

finivo per galleggiare

sospesa tra i chiaroscuri

del tuo vivere incorporeo e innocente.

Sospeso.

Ora è un ricordo che non chiede perché.

Un perché che da solo non basta,

un nero pece dimenticato,

fuori dalla cornice,

un battito di ciglia

che ruba spazio all'infinito.

Qualche volta piangevo

- abbracciandoti.

Il rovescio della medaglia dell'amore:

il dolore delle stelle

costrette per sempre nel cielo.

Di questo sapeva il mio pianto.

Ogni tanto rincasavo dentro me

per tenere a mente l'impossibilità

dell' averti. Del tutto.

E allora non mi restava che scrivere,

scrivermi in te.

Racconti che andavano a capo

per credersi poesie.

Poesie che andavano al cuore

per credersi sangue.

Sangue colorato di parole

per credersi amore.


Ma continuavo a stare bene,

davvero proprio bene

a cogliere fiori di momenti,

amorosi sogni e ortiche

in quel giardino d'occhi

ch' era il tuo sguardo.


Prima d'ora.



                                   frida



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