Stavo bene,
davvero proprio bene
a cogliere petali di rose,
silenziosi sogni e ortiche
in quel giardino d'occhi
ch'era il tuo sguardo.
Stavo lì, avvolta nelle brume
ad aspettare che qualcosa accadesse
- di speciale.
E succedeva sempre.
A volte con il cuore
dentro una valigia e le tue ali
pronte a seguirmi.
Altre volte
finivo per galleggiare
sospesa tra i chiaroscuri
del tuo vivere incorporeo e innocente.
Sospeso.
Ora è un ricordo che non chiede perché.
Un perché che da solo non basta,
un nero pece dimenticato,
fuori dalla cornice,
un battito di ciglia
che ruba spazio all'infinito.
Qualche volta piangevo
- abbracciandoti.
Il rovescio della medaglia dell'amore:
il dolore delle stelle
costrette per sempre nel cielo.
Di questo sapeva il mio pianto.
Ogni tanto rincasavo dentro me
per tenere a mente l'impossibilità
dell' averti. Del tutto.
E allora non mi restava che scrivere,
scrivermi in te.
Racconti che andavano a capo
per credersi poesie.
Poesie che andavano al cuore
per credersi sangue.
Sangue colorato di parole
per credersi amore.
Ma continuavo a stare bene,
davvero proprio bene
a cogliere fiori di momenti,
amorosi sogni e ortiche
in quel giardino d'occhi
ch' era il tuo sguardo.
Prima d'ora.
frida
Si vive anche di attimi
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