Il testo che propongo ( scritto da un frate minore, biblista e docente di Sacra Scrittura ) è il primo di una trilogia che si propone di indagare l'intreccio tra la libertà dell'uomo e la sua relazione con Dio, partendo dalle domande che ciascuno di noi si pone riguardo al problema della sofferenza, del male e della fatica connessa all'esistenza. A partire da testi biblici, che spaziano dal giardino dell' Eden fino a quello della Resurrezione, si ripercorre la parola dell'esperienza umana nelle figure del fallimento e dell'incompiutezza, in una prospettiva moderna ed esistenziale.
Il senso di colpa che attanaglia tutti - credenti o meno - ci pone continuamente nella condizione di coloro che devono " scusarsi" per non aver saputo vivere all'altezza della propria umanità. Questo profondo smarrimento si declina in forme diverse: ci sentiamo soli, inadeguati, cancellati; siamo insofferenti, infedeli, idolatri; ma viviamo anche nel dolore ( siamo muti, ciechi, fuggiaschi ) e - forse - è proprio Dio l'unico che ci guarda nella certezza che a volere tutto questo " non siamo stati noi ". Attraverso questo sguardo, Dio può e vuole condurci fuori dal senso di colpa, restituendoci la vista, la parola e un sentiero da percorrere insieme.
f.
Nessun commento:
Posta un commento