Marc Chagall - Abramo piange Sara
FUGGIASCHI ( Marco 16 )
(...) Il senso di colpa più duro da sciogliere è quello in cui sprofondiamo quando finisce una storia in cui avevamo creduto con tutte le nostre forze e nella quale ci era sembrato di poterci coinvolgere finalmente e pienamente. La delusione che sperimentiamo quando l'amore giunge al capolinea è la tenebra più fitta e lacerante che nella vita possiamo attraversare. Perché è l'unica frattura in cui non solo in cui proviamo dolore, ma contempliamo pure - da vivi - la morte anticipata del meglio che il nostro cuore aveva provato a desiderare e costruire. Per lasciarci alle spalle questo cadavere e imboccare di nuovo il sentiero della vita, abbiamo in genere due strade: tornare alle cose di prima e di sempre, provando a far finta che niente di eterno sia accaduto, oppure chiuderci nel ricordo di quello che è successo, imbalsamando la memoria del corpo ferito dall'amore. In entrambi i casi, pur essendo vivi, siamo già morti. Non certo in un senso biologico, ma non per questo meno vero. Possiamo ancora scegliere, decidere di andare a destra o a sinistra. Ma non siamo più liberi di cominciare a vivere. Siamo ormai schiavi del timore di aver fallito. E se fosse proprio la paura la forza capace di rimetterci in piedi e in movimento? (...)
Roberto Pasolini da Non siamo stati noi
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