La vera tenerezza è silenziosa...
La vera tenerezza si distingue
in tutto ed è silenziosa:
invano tu m'avvolgi con cura
le spalle e il petto nella pelliccia,
e invano parole sommesse
dici sul primo amore...
Oh, come conosco questi non sazi,
pesanti tuoi sguardi!
***
Si soffocava per la luce ardente,
ma gli sguardi suoi erano come raggi...
Sussultai appena,
ché ammansirmi poteva.
S'inchinò: " Dirà qualcosa", pensai.
Dal volto il sangue si ritirò.
Come pietra tombale posi
sulla mia vita l'amore.
Non ami, non vuoi guardare.
Oh, come sei bello, maledetto!
E io non posso involarmi,
io che fui alata dall'infanzia.
Una nebbia m'offusca la vista,
cose e persone si confondono.
E solo un rosso tulipano,
il tulipano che porti all'occhiello.
Come ordina semplice cortesia,
venne a me, sorrise.
A mezzo tra affabile e indolente,
con un bacio mi sfiorò le mani.
E di vetuste, enigmatiche effigi
mi guardarono gli occhi.
Dieci anni di palpiti e di gridi,
tutte le mie notti insonni
avevo posto in una calma parola,
e invano la dissi.
T'allontanasti, e di nuovo nell'anima
deserto e chiaro si fece.
***
Ah, di nuovo tu! Non come bimbo innamorato,
ma come uomo rude, sfrontato, inflessibile
in questa casa sei entrato e mi guardi.
Terribile silenzio, per l'animo mio, avanti la tempesta.
Tu chiedi cos'ho fatto di te,
a me per sempre affidato dall'amore e dalla sorte.
Io t'ho tradito. E ripeter tutto questo...
Oh, se tu potessi una volta stancarti!
Così parla il morto, turbando il sonno dell'assassino,
così l' Angelo la morte attende sul giaciglio fatale.
Perdonami ora: insegnò a perdonare il Signore.
Nel mio dolente affanno è languida la carne,
ma lo spirito libero già posa senza scosse.
Ricordo solo un giardino d'autunno, tenero, trasparente,
e gridi di gru e campi foschi.
Oh, com'era deliziosa con te la terra !
***
Strinse le mani sotto il velo oscuro...
" Perché sei pallida oggi?"
- Perché di tristezza amara
l'avevo ubriacato, or ora.
Come dimenticarlo? Uscì vacillando,
con smorfia dolorosa sulle labbra;
così giù per la scala, senza toccare la ringhiera,
gli corsi dietro fino al portone.
Soffocando, gridai: - fu uno scherzo
quel ch'io dissi: se parti, morirò -.
Sorrise tranquillo e duro,
mi disse: " non stare al vento".
Anna Achmatova da Festa d'amore ( a cura di Carlo Betocchi)
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