domenica 28 febbraio 2021

LE ELEGIE ALLUCINOGENE DI OFELIA

 


                                      La borsa in pelle di coccodrillo è vuota e piange...





ELEGIA ALLUCINOGENA 1


La borsa in pelle di coccodrillo è vuota e piange

per timore che presto sarà stipata di cose.

il rotolo di carta igienica medita tutta la notte

sul proprio Io nascosto e - la mattina - si arrotola

e srotola attorno al proprio Io rivelato. il martello

conficca nervosamente chiodi nel bracciolo

della poltrona. il caffè gorgoglia di felicità

nel bricco di metallo, la pipa sbuffa e risbuffa.

nella borsa in pelle di coccodrillo vengono

stipati organi di coccodrillo

conservati in formalina.

il rotolo di carta igienica entra in stato

alterato di coscienza e si illumina.

il martello si indigna e lo tartassa di chiodi,

invece la borsa ne sugge le parole

al proprio interno e gli organi conservati

in formalina riprendono vita. la borsa in pelle

di coccodrillo si illumina e diventa un 

coccodrillo illuminato. il caffè gorgoglia al culmine

della felicità. la pipa si adagia  nella poltrona

e ascolta sbuffando risbuffando.

poco a poco si calma. inspira a fondo il fumo

e si soffoca, tossisce da fumatore incallito.

il caffè si sversa sul fuoco.

il fuoco si spegne. il coccodrillo afferra la pipa

fra i denti. la pipa si soffoca e soccombe.

il rotolo di carta igienica assume la posizione

del fiore di loto e lievita sopra

la camera che filma e sviluppa l'aurea del

coccodrillo illuminato.



                                      ***


ELEGIA ILLUCINOGENA 6


Il rasoio elettrico pilota un aereo

a reazione. sulla sua tuta da pilota

c'è un occhiello che durante il volo

rilascia feromoni. sulla sua tuta

si posa uno sciame di vespe metalliche.

il rasoio elettrico chiede aiuto

alla torre di controllo. le vespe

creano interferenze nel messaggio S.O.S

si addensano nubi nere di titanio.

le gocce di pioggia penetrano

con violenza nella carlinga dell'aereo.

il rasoio elettrico si lancia col paracadute.

le vespe metalliche gli sciamano attorno.

dal cielo cadono meteoriti radioattive

che conversano in una lingua

di provenienza extraterrestre.

il rasoio elettrico sente telepaticamente

l'intera conversazione. registra il messaggio

che annuncia un'imminente

invasione extraterrestre

e che le vespe metalliche sono dei mini robot

spediti a fare un sopralluogo.

il rasoio elettrico è terrorizzato. è in preda al

panico. il paracadute si inceppa. le vespe sciamano

sempre più aggressive. dalle nuvole

scendono gocce di pioggia radioattiva.

dalle meteoriti escono larve di alieni

che si cibano delle sostanze attive sulle

lame del rasoio elettrico, si schiudono

simultaneamente, crescono in maniera esplosiva

e, raggiunta la maturità, invadono l'abitazione

del rasoio elettrico dove installano

in modo strategico il proprio posto di comando.




                Ofelia Prodan  da   Elegie allucinigene ( Trad. di Mauro Barindi )



Oggetti banali che si trovano in camera da letto, in cucina o in salotto, vengono animati e fatti agire in situazioni, in rapporti umani e accadimenti fantastici all'insegna di una comicità delirante, che assume forme di sovra - logicità allucinatoria nel suo progredire. Ogni elegia allucinogena è un racconto surrealista su questi oggetti animati, ciascuno con un proprio ruolo strategico, con una propria potenzialità fantastico - stravagante, e tutti partecipano a una tragicommedia in miniatura o - al contrario - di dimensioni planetarie...


Ofelia Prodan rientra nella cosiddetta " generazione duemillista ", quella fucina di nuovi poeti che hanno segnato un momento di svolta nel modo di fare poesia nel panorama letterario romeno degli anni Duemila.



4 commenti:

  1. La vita nascosta degli oggetti.
    Surrealmente carinissime
    😀

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  2. A me - per la verità - queste poesie non ispirano grandi emozioni, ma trovo giusto documentare anche i nuovi fenomeni letterari.
    Grazie per la presenza e Buona Domenica!

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    1. Io invece adoro il cambio di prospettiva, lo stravolgimento, il rivedere le cose sotto una luce particolare, per cui apprezzo, apprezzo

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  3. Per fortuna non abbiamo tutti né gli stessi talenti né uguali gusti : ci pensi che noia sarebbe un mondo dove fossimo tutti omologati?

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