mercoledì 4 novembre 2020

IL PIANISTA



                                    Al Nowoczesna, nessuno badava alla mia musica...


Wladyslaw Szpilman era un pianista di talento, ebreo polacco vissuto a Varsavia durante il periodo dell'occupazione tedesca. Il pianista è un film che racconta in modo sobrio la sua tragica vicenda che fu una vera e propria odissea : rinchiuso nel ghetto costruiti dai tedeschi per gli ebrei di Varsavia, Szpilman fugge poco prima della deportazione nei campi di concentramento - dove invece finirà la sua famiglia - e inizia a vagare, nascondendosi in appartamenti vuoti dove alcuni polacchi danno asilo agli ebrei. Dalle finestre di questi gelidi rifugi, l'uomo assiste solo e impotente, tormentato dalla fame e dalla paura, al massacro dei suoi amici, alle battaglie tra tedeschi e partigiani polacchi, fino all'arrivo di reggimenti russi che liberarono la sua città.
Il film, pur nella sua crudezza, regala momenti di rara poesia, come nella scena d'apertura, dove Szpilman interrompe un concerto alla radio polacca sottoposta a bombardamento; a quella in cui si esibisce al piano davanti a un ufficiale tedesco che, ammirato dal suo comportamento, gli salva la vita; alle tragiche riprese del ghetto di Varsavia completamente distrutto dopo la fuga dell'esercito nazista.
La realtà descritta dal regista ci invita a vedere con occhi nuovi la storia dell' Olocausto, per questo Il pianista è un film che riesce a far comprendere - senza retorica né eccessi - come siano importanti le cose, anche quelle più piccole e banali, che fanno di un uomo una persona; come sia indispensabile credere in alcuni, saldi principi; avere uno scopo nella vita e portarlo avanti nel migliore dei modi e nel rispetto degli altri.
Avere altresì delle gioie, dei sogni, delle aspirazioni e fare una vita normale , cioè da uomo.


                                  
                                          frida



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