Quanti congedi la mia mano conterà...
Il dolore era già
prima di noi,
sconosciuto alla voce,
alla parola.
Sulla cima era
povero il grido,
un alfabeto ingolato,
senza forma,
guardato dai falchi
assiepati per bere.
***
Nessuno potrà dimenticare
la morte correre
tra i fiori,
o negare di aver visto
le madri affamate
della bellezza di un solo volo.
Non è diverso al mattino
separare gli occhi dai colori
e misurare le distanze
tra i ponti e i cerchi.
Nessuno potrà dire:
" Non è vero, non oscilla
ancora il trapezio,
non si vede tutto il segreto.
O tirarsi indietro.
***
MARIA
Io, fratello di Maria,
sono qui, dove sarà domani,
perché questo è il luogo
deciso, la via che scende
e sale.
Leggo il nome, la data,
guardo i fiori,
inadatto con la mia prosa
irresoluta, disossato
da tutti i calendari,
da ogni distacco
che ancora dura.
E' viva nel tempo
la cosmologia dei cerchi,
della parola cantata
dai cipressi,
egemonia musicale
e senza spreco
delle perdite.
La sua immagine è intatta,
guarda davanti a sé
addensarsi il nuovo
sposo del nulla,
dio di morte
sedotto dalle mie spalle
irriducibili.
***
Anche tu, amore mio,
sorella che muti
e trascolori,
almeno così ti scorgo
nel sorriso che ci accorda
più dei giorni,
curi bene gli scuri
tu, pittrice
che non fosti mai,
sei vicino e in mezzo
a tutti i cancelli,
e lì fulminea,
liberata dai capelli,
fai ordine, regali luce.
***
Noi che dureremo un secolo
nell'intimità senza risposta
delle prove di luce,
noi giovani assoluti,
fratelli, e senza età
qui e in noi,
entrerà l'oratorio dettato sul ponte.
Nel richiamo senza appello
di molecole rimaste calde
come manoscritti sull'acqua,
quanti meridiani segnerà
la memoria, quanti congedi
la mia mano conterà in profondità
mentre in superficie,
come due rivali vincitori,
nel giro imperioso del tempo
l'ombra e il sole
riporteranno il miracolo alla riva.
***
Perché dovremmo sapere
l'alone, via e dimora
dei morti, non basta
la tensione dell'aria
quando ricoveriamo tra le braccia
le cose tremende e vive?
Nel cammino della frase
la risonanza del suono
sta nel culmine delle parole
piccole, e la bocca già abitata
sorride nella scena del tempo.
Deve essere certo
il buio che confonde
e tiene unito il mondo,
che nello schermo intero
sveglia il futuro
e lega, come in un film
che rimane muto,
tutte le note.
Carmelo Pistillo da I ponti, i cerchi
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