Il poco, il breve che non sapevamo - vivendoli - capaci d'immenso...
SEME CONTUMACE
la stanza dove
siamo due ombre del suo imbrunire:
nel letto, quattro ricci
di pube,
la vagina che ha insanguinato
o i graffi per la tua unghia
fuori misura,
ci abbiamo scavato le fosse
di noi, fino alla rivalsa
- il seme è debitamente morto,
quattro orbite
di seme contumace,
quattro mosche beate
su quei grumetti nell'ultimo sole.
***
A QUELLA CON CUI DORMIVO COSI' BENE
cambiare letto e, prima di svegliarsi, l'incubo
di non sapere dove si è
e la luce, la luce poi, in quale punto
sia una madre possibile
...e se mi accadrà anche più dentro al sogno
che chiamano il nessun posto
( parliamo di morte, tanto
siamo in casa dell'impiccato ) ?
... allora, non trovando la lampada, non potrò
sapere se sono vivo
a tentoni appoggiando l'orecchio al tuo cuore
a qualche aritmia
non sarò più uno
che si ascolta sulle tue pareti della mia prigione
- non servirà sussurrarti :
" svegliati, è tardi ".
***
... diletto, convinciti, è una sera
come le altre,
ci faremo luce insieme,
ora, fra poco
dovrò
pur ritrovarla la lampada:
era qui
solo un eterno fa
... amore, il gioco
- aspetta, abbi pazienza -
sta per ricominciare: nessuna
assenza, manchi solo tu,
cosa vuoi
che sia, un'inezia:
io battezzato
in tua lingua
in tua posa.
***
DETTAGLI DI SANGUE
di tanto amarti perduto
non resterà che questo:
il ricordare a strappi come ci si leva
una benda per rabbia da una ferita
fresca
solo frammenti, dettagli a sangue, o svolte
fulminee,
il senso del dolore prima che il dolore esulti:
il poco, il breve
che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.
Alberto Bevilacqua da Piccole questioni di eternità
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