mercoledì 4 novembre 2020

POESIE EDITE E INEDITE ( Corazzini )

 



Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ha che le lacrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?

                ( S. C. )




SONETTO D'AUTUNNO


Dorma l'autunno e sogni ancora biondo

il dolce vecchio, e il sonno gli consoli

anche una gioia rapida di voli,

gli ultimi, Santo Stefano Rotondo.


Forse, domani non varrà un giocondo

subito trillo a risvegliare i broli,

forse, domani i nostri cuori - soli -

turberanno il silenzio profondo.


E noi, dolcezza, non lo desteremo

il soave malato che non ha

più la speranza della guarigione


come l'anima nostra, senza remo,

e senza vele, che non tornerà

mai più nel porto di salvazione.



                                            ***


SONETTO DELLA NEVE


Nulla più triste di quell'orto era,

nulla più tetro di quel cielo morto

che disfaceva per il nudo orto

l'anima sua bianchissima e leggera.


Maternamente coronò la sera

l'offerta pura e il muto cuore assorto

in ricevere il tenero conforto

quasi nova fiorisse primavera.


Ma poi che l'alba insidiò co' l lieve

gesto la notte e, per l'usata via,

sorrisa venne di sua luce chiara,


parve celato come in una bara

l'orto sopito di melanconia

nella tetra dolcezza della neve.



                                              ***


INVITO


Anima pura come un'alba pura,

anima triste per i suoi destini,

anima prigioniera nei confini

come una bara nella sepoltura,


anima, dolce buona creatura,

rassegnata nei tristi occhi divini,

non più rifioriranno i tuoi giardini

in questa vana primavera oscura.


Luce degli occhi, cuore del mio cuore,

tenerezza, sorella nel dolore,

rondine affranta nel mio stesso cielo,


giglio fiorito a pena sullo stelo

e morto, vieni, ho spasimato anch'io,

vieni - sorella - il tuo martirio è il mio.



                                                ***


GIARDINI


O piccoli giardini addormentati

in un sonno di pace e di dolcezze,

o piccoli custodi rassegnati

di sussurri, di baci e di carezze;


o ritrovi di sogni immacolati

di desideri puri e di tristezze

infinite, o giardini ove gli alati

cantori sanno di notturne  ebbrezze,


o quanto v'amo! I sogni che rinserra

il mio core fioriscono, o giardini,

lungo i viali, ne le vostre aiuole.


Io v'amo, io v'amo, o fecondati al sole

di primavera in languidi mattini,

o giardini, sorrisi de la terra!



                          Sergio  Corazzini    



Nessun commento:

Posta un commento