sabato 21 novembre 2020

LE POESIE DI BELLA

 


                                                     Nel silenzio tutto è fragile, di vetro..



NON DEDICARMI TROPPO TEMPO


Non dedicarmi troppo tempo, 

non pormi troppe domande.

Non sfiorare la mia mano 

coi tuoi occhi buoni, fedeli.


Non seguirmi in primavera 

lungo le pozzanghere.

Lo so: una volta ancora, nulla

verrà fuori da questo incontro.


Forse pensi: è per superbia

che non mi vuole amico.

Non la superbia, ma l'amarezza

tiene così alta la mia testa.



                                               ***


NON POSSO GRIDARE


Non posso gridare. Non posso chiamarti.


Nel silenzio tutto è fragile, di vetro.

La testa reclinata sulla leva

anche il telefono dorme.


Attraversando la città addormentata

voglio arrivare a un vicolo bianco,

voglio accostarmi alla tua finestra

in gran silenzio e teneramente.


Nasconderò nelle mie mani l'eco

del sonoro disgelo delle strade.

Spegnerò le fiammelle dei lampioni

perché non si sveglino i tuoi occhi.


Ordinerò alla primavera 

di soffocare le sue voci notturne.

Allora, sei così tu quando dormi?

Le tue mani hanno perso vita,


la stanchezza furtiva si è annidata

nel folto delle rughe, intorno agli occhi.

Domani voglio baciarli a lungo, a lungo

perché non ne resti il ricordo.


Veglierò il tuo sonno fino all'alba,

andrò via col vento fresco del mattino,

dimenticando le mie orme sulla neve

tra le foglie dell'anno passato.



                                          ***


TENEREZZA


E' così tangibile questa mia tenerezza

così piena di allusioni concrete

che talvolta acquista forma e peso

e prende corpo in un oggetto.


D'un tratto, su un angolo del tavolo,

si trasformerà in un vaso antico,

e tu ti chinerai meravigliato

ad osservarne gli arabeschi.


Sussulterà stupita la tua casa

e tutti cadranno dalle nuvole.

- Da dove viene questo vaso? -

chiederai accigliato a tua moglie.


- E l' antiquario che prezzo ha chiesto ? -

Ti prego, non rimproverarla.

Sono soltanto io che rido e piango,

io che vivo da te così lontana.


Sono le mie lacrime di vetro

così pesanti nel cadere a terra

che risuonano come grosse schegge

di bicchieri rotti nel silenzio.


E' perché non posso mai vederti,

oppure solo a tratti, di sfuggita,

che io compio - invisibile al tuo sguardo -

i miei incantesimi innocenti.


Improvvisamente, come sulle cime dei monti,

ti avvolgerò una nuvola.

Urlerai - Ma insomma, non c'è pace!

Da dove è uscita questa nuvola?-


Su, non essere superstizioso,

non fare scongiuri come le donnette:

sono i cristalli della mia tenerezza

che si sono posati sul tuo capo.


Sono io che, scioccamente e con dolcezza,

sola - in disparte - uso la magia

per creare piccole follie

che ti facciano pensare a me.


Ma come fanno le persone buone,

giocando con le mie magiche virtù,

io ti proteggo da tutte le sventure

e così io alleggerisco il mio dolore.


Adesso addio! E Lavora!

Il mio scherzo verrà dimenticato.

Ma sono sicura di restare nelle fiabe

che un giorno racconterai ai tuoi bambini.



                                         ***


E IN ULTIMO TI DIRO' :  ADDIO !


E in ultimo ti dirò - Addio,

e non promettermi amore.

Perderò la ragione, o troverò

la sublime serenità della follia.


Come mi hai amata? Pregustando

l'offesa della fine. Ma non è questo...

Come mi hai amata? Offendendo i principi

dell'amore. Ma in modo così goffo...


Crudeltà del fallimento: io

non ti perdono. Vivo, cammino,

vedo il bianco mondo

ma il corpo mio è deserto.


La mente vorrebbe ancora un piccolo

lavoro. Ma sono deboli le mani.

E uno sciame di odori e di sapori

in volo sghembo si allontana da me.



                          Bella  Achmadulina  da   Tenerezze e altri addii



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