lunedì 9 novembre 2020

L'OSSO, L'ANIMA ( di Bartolo )

 


                                                                      Accoglimi...


DELLE PENE


Alla prova dei fatti

non ci fu di che essere allegri:

torti, errori, viltà,

debolezze del cuore,

insanie che inquinarono la mente.

Pagammo in disparte nascondendo

le voci, l'ammontare,

i conti d'impossibile chiusura.

Vorremmo un'era

forte, aperta, decisa

di pubblica chiarezza per le pene.

Non più pagare mediante equivalenze,

con conguagli privati, silenziosi,

ma tormenti, tenaglie squillanti

maschera gogna ruota rogo.

Visibile a tutta la città

la corda che ci gira per il collo.



                                               ***


LA SEDE ADATTA


L' anima dilata

deforma questi oggetti della terra,

carica le cose d'assoluto,

altera colori, sconvolge

volumi, valori, affida

nobili poteri a corpi vili.

Muove fuochi e pensieri all'infinito

mentre il cerchio è già scritto nel suo giro

e l'immobile centro allunga raggi

i monotoni raggi fino al limite.

L'anima non trasmodi,

non faccia movimenti esagerati,

se li fa, taccia

- non si lagni quando

casca nel concavo, in un fosso

o sbatte sulla piatta superficie.

Quello che lei vuol fare

è un altro discorso.

E questa non è la sede adatta.



                                              ***


UN 30 AGOSTO


Si vide subito che si metteva bene:

eventi macroscopici nessuno,

il sole a un passo da settembre

diede la prima razione

alle isole di fronte;

il mare mandò lampi di freschezza, 

il caldo soltanto fra tre ore,

un immenso celeste, ancora un giorno

per l'uva e gli altri frutti di stagione,

tra i pochi rumori di paese

l'ossigeno sibilando disse

di non farcela più con quel suo cuore.

Di primo mattino la morte di mia madre.



                                                ***


OGGI


Oggi ignorando tutto

di questo giorno,

se d' Avvento o Passione,

ignorando i colori, le pianete,

m'inginocchio nella tua casa

sotto la tenda che portiamo ovunque

per aprirla per chiuderla a tua offesa,

aprirla ancora, nei boschi

in fuga, su secche, su frangenti,

dal capolinea a un punto della corsa.

Non frugarmi, non chiedere.

Tu sai il perché d'un labbro

che si sporge più dell'altro.

Accoglimi.

Assieme ai pesci sguazzanti all'ingrasso

nell'acqua del Giordano

nella tua conca di marmo,

ai due cani

ringhiosi clandestini

che baruffano nell'angolo più buio

della tua navata.



                                              ***


L'OSSO


Avanti, sputa l'osso:

pulito, lucente, levigato,

senza frange di polpa,

l'immagine del vero,

ammettendo che in questo

unico osso avulso dal contesto

allignino chiariti, concentrati

quesiti fin troppo capitali.

Credo che tu non possa 

farcela: saresti

cenere nella fossa,

anima da qualche parte.



                             Bartolo  Cattafi   da    L'osso, l'anima



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