DELLE PENE
Alla prova dei fatti
non ci fu di che essere allegri:
torti, errori, viltà,
debolezze del cuore,
insanie che inquinarono la mente.
Pagammo in disparte nascondendo
le voci, l'ammontare,
i conti d'impossibile chiusura.
Vorremmo un'era
forte, aperta, decisa
di pubblica chiarezza per le pene.
Non più pagare mediante equivalenze,
con conguagli privati, silenziosi,
ma tormenti, tenaglie squillanti
maschera gogna ruota rogo.
Visibile a tutta la città
la corda che ci gira per il collo.
***
LA SEDE ADATTA
L' anima dilata
deforma questi oggetti della terra,
carica le cose d'assoluto,
altera colori, sconvolge
volumi, valori, affida
nobili poteri a corpi vili.
Muove fuochi e pensieri all'infinito
mentre il cerchio è già scritto nel suo giro
e l'immobile centro allunga raggi
i monotoni raggi fino al limite.
L'anima non trasmodi,
non faccia movimenti esagerati,
se li fa, taccia
- non si lagni quando
casca nel concavo, in un fosso
o sbatte sulla piatta superficie.
Quello che lei vuol fare
è un altro discorso.
E questa non è la sede adatta.
***
UN 30 AGOSTO
Si vide subito che si metteva bene:
eventi macroscopici nessuno,
il sole a un passo da settembre
diede la prima razione
alle isole di fronte;
il mare mandò lampi di freschezza,
il caldo soltanto fra tre ore,
un immenso celeste, ancora un giorno
per l'uva e gli altri frutti di stagione,
tra i pochi rumori di paese
l'ossigeno sibilando disse
di non farcela più con quel suo cuore.
Di primo mattino la morte di mia madre.
***
OGGI
Oggi ignorando tutto
di questo giorno,
se d' Avvento o Passione,
ignorando i colori, le pianete,
m'inginocchio nella tua casa
sotto la tenda che portiamo ovunque
per aprirla per chiuderla a tua offesa,
aprirla ancora, nei boschi
in fuga, su secche, su frangenti,
dal capolinea a un punto della corsa.
Non frugarmi, non chiedere.
Tu sai il perché d'un labbro
che si sporge più dell'altro.
Accoglimi.
Assieme ai pesci sguazzanti all'ingrasso
nell'acqua del Giordano
nella tua conca di marmo,
ai due cani
ringhiosi clandestini
che baruffano nell'angolo più buio
della tua navata.
***
L'OSSO
Avanti, sputa l'osso:
pulito, lucente, levigato,
senza frange di polpa,
l'immagine del vero,
ammettendo che in questo
unico osso avulso dal contesto
allignino chiariti, concentrati
quesiti fin troppo capitali.
Credo che tu non possa
farcela: saresti
cenere nella fossa,
anima da qualche parte.
Bartolo Cattafi da L'osso, l'anima
Perché questa non sarebbe la sede adatta? Dove leggiamo e scriviamo?
RispondiEliminaNon concordo.
E' una cosa su cui devo pensare.
RispondiEliminaMolto a lungo.