lunedì 16 novembre 2020

GLI ALBERI AL TEMPO DI ANA


 

                                 Datemi una foglia che non mi assomigli...



L'OCCHIO CHIUSO


Nemmeno un istante oso chiudere gli occhi

per paura

di stritolare fra le palpebre il mondo,

di sentirlo ridursi in  frantumi

come una nocciola fra i denti.

Quanto tempo potrò tenerlo in vita?

Guardo angosciata e soffro come un cane

per l'universo che non ha riparo

e morirà nel mio occhio chiuso.



                                           ***


LO SO LA PUREZZA


Lo so, la purezza non frutta,

dalle vergini non nascono figli,

è la suprema legge dell'impuro

la tassa sulla vita.


Azzurre farfalle generano bruchi,

generano frutti i fiori tutt'attorno

la neve bianca è calpestata,

la terra calda è infetta.


Incontaminato l'eterno dorme,

l'atmosfera brulica di microbi,

puoi non nascere se non vuoi,

ma se esisti ti aspetta la tomba.


E' felice la parola nella mente,

- pronunciata - l'orecchio la diffama,

su quale piatto della bilancia 

pesare - sogno muto o fama?


Tra silenzio e colpa

cosa scegliere - mandrie o loti?

Oh, il dramma di morire in bianco

o la morte di vincere comunque...



                                            ***


LEGAMI


Tutto è me stessa.

datemi una foglia che non mi assomigli,

aiutatemi a trovare un animale

che non gema con la mia voce.

Là dove la calpesto, la terra si spacca

e morti che hanno il mio sembiante

li vedo abbracciati a procreare altri morti.

Perché tanti legàmi con il mondo,

tanti progenitori e coatta discendenza

e tutto questo insensato assomigliarsi?

M' incalza l'universo con i miei mille volti

e non posso difendermi se non contro di me infierendo.



                                              ***


DELLA TERRA DA CUI VENIAMO


Su, parliamo

della terra da cui veniamo.

Io vengo dall'estate:

è una patria fragile

che qualunque foglia

- cadendo - può annientare;

ma il cielo è così greve di stelle

che talvolta pesa fino a terra

e se ti avvicini senti l'erba

solleticare le stelle ridenti,

e i fiori sono così tanti

che ti dolgono

le orbite bruciate dal sole,

e i soli rotondi pendono

da ogni albero.

Da dove vengo io 

non manca che la morte,

e tanta è la felicità

che quasi ti addormenti.



                                          ***


SONO COME UN OCCHIO DI CAVALLO


Sono come un occhio di cavallo

riparato dal mondo.

Non chiedermi

quando sarò da te

quali alberi e quali fiori

ho incontrato.

Io vedo soltanto il sentiero

e di tanto in tanto

le ombre delle nuvole

inviarmi messaggi

che non capisco.



                                       ***


UN TEMPO GLI ALBERI AVEVANO OCCHI


Un tempo alberi avevano occhi

- posso giurarlo -

so di certo

che vedevo quando ero albero:

ricordo che mi stupivano

le strane ali degli uccelli

che mi sfrecciavano davanti;

ma se gli uccelli sospettassero

i miei occhi,

questo non lo ricordo più.

Invano ora cerco gli occhi degli alberi.

Forse non li vedo

perché albero non sono più,

o forse sono scivolati lungo le radici

nella terra,

o forse,

chissà,

solo a me era parso

mentre gli alberi sono ciechi da sempre.

Ma allora perché

quando mi avvicino

sento che

mi seguono con gli sguardi

in un modo che conosco;

perché, quando stormiscono e occhieggiano

con le loro mille palpebre,

ho voglia di gridare:

- Cosa avete visto? -




                Ana Blandiana  da   Un tempo gli alberi avevano occhi



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