sabato 31 ottobre 2020

V COME VINCENT




Disegno dell'autore


" V come Vicent, nasce da un radicale ripensamento del poema inedito " Vincent". Una sorta di foga - in me - col tempo si è stemperata. Sento di non dovere più semplicemente chiamare per nome il destino di Van Gogh, ma di avocare, come un come, per la lettera del nome, la tragedia, il dramma, il raptus proliferante di quell'arte ".  (  nota  dell' autore  )

 nero, grigio, bianco sfumato e con riflessi carminio che volgono vagamente al verde oliva...si chiama testa di morto la farfalla notturna che non hai dipinto per non ucciderla.



                                     ***


lo zigomo è sbilenco come il tetto l'iris la luna. niente di calibrato centrato perfetto. le setole del pennello si imbevono nelle afasie della mente.



                                     ***


sul bianco netto della tela spremi un cielo verde pallido e sulla testa impagliata del falciatore il sole.



                                        ***


arrampicandoti ti accorgi che la discesa è la faccia inquieta della salita, e sali con le unghie del nero. i graffi i contorni dei rilievi montuosi. tenti le unghie su crinali ubriachi fino al tac che insanguina le mani. strappi ali di papaveri tra le forre insidiose di pietre. dai ciuffi di cappero delle rocce scivoli nei nidi dei ragni e delle serpi. tratteggi il percorso con segni precisi come qualcosa da non dimenticare: salire, salire... tra poco sarà finita e avrai dimenticato. il cielo, patria di ogni partenza, nessuno te lo tocca: sta lì in vetta.



                                           ***


se le stelle cadono, aumentano i digiuni. se immagini finalmente la calma, il mare si agita. se ami la tua donna, lei scompare in un collettivo giudicante. se qualcuno ride di te, tu ridi e ti incupisci. se il dr. Gachet lo vuole, tu lo vuoi. se a tuo fratello nasce un figlio, dipingi mandorli in fiore. ma se il cielo si oscura, voli con i corvi.



                       Davide Racca  da    V come Vincent



Dalla Post- fazione:


" Si tratta di un libro veloce, anomalo, visionario, insieme poesia, prosa e segno : una incursione libera nel raptus selvaggio dell'arte di Van Gogh.


Racca esprime l'ossessione dell'uomo e dell'artista Van Gogh : combattere ogni limite che voglia annientare la sua ricerca espressiva : " la natura, perfetta, tenta la tua rabbia ". Il compatto mondo esterno cerca sempre l'artista che lo raffiguri / sfiguri con il suo occhio personale ( " dagli escrementi del tubetto vengono forme finora neanche intraviste " ). Al poeta preme indagare l'enigma dell'atto creativo, la sua visceralità e la sua esattezza e tutto il libro è un'incursione di una parola tormentosa, laconica, lacerata, nel bianco del foglio, alternata ad eleganti segni stilizzati che evocano le forme create dal pittore. Risuonano - come un'eco deformata - le parole delle lettere di Vincent a Theo, in un dialogo tellurico, magmatico, dove la percezione è quella della visione e del sogno, del continuo sfuggire della materia. Il poeta scava, nelle parole di Vincent e nella sua stessa parola, fino a lasciare nella pagina - a volte - soltanto un rigo, con effetti aforistici e perturbanti."


                                                Marco Ercolani


                  

                                                                     Disegno dell'autore



2 commenti:

  1. Ho appena visto la mostra di Padova su van gogh; bellissima! Oltre a forza e impeto ed irrequietezza dai wuadri esce tantissima sensibilità che non gli riconoscevo.
    Bella, bella

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  2. Van Gogh non è stato solo un grande pittore ( quello che preferisco), ma aveva una grande sensibilità - anche religiosa - e scriveva molto bene.
    E' da tempo che ho in mente di riportare qui qualche lettera della sua copiosa corrispondenza col fratello Theo : credo che prossimamente lo farò !

    Grazie per l'intervento.

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