venerdì 9 ottobre 2020

LA REVEUSE

 


L' amore è un involarsi...


Louise Dupré appartiene a ciò che viene chiamata " la modernità quebecchese", un gruppo di poeti per i quali l'esplorazione di tutte le sfaccettature della lingua e il lavoro formale sono stati determinanti. Tuttavia per Louise, come per altre donne scrittrici, la ricerca formale è andata di pari passo con un'investigazione della soggettività, allo scopo di far emergere all'interno del testo ciò che era stato occultato nell'immagine femminile: il desiderio, il rapporto con la madre, la relazione amorosa, il legame con il corpo.
In questo senso, la scrittura della Dupré entra nella corrente della scrittura dell'intimo, del quotidiano, del piccolo, mettendo in luce ciò che solitamente è in ombra e che si oppone al nobile e al grandioso. Si tratta di una scrittura dei sensi che, oltre a mostrare, fa sentire, gustare, toccare e che - di conseguenza - fa passare nella lingua una sensualità produttrice di energia e di speranza. Poiché ogni concezione estetica, per la nostra poeta, deve sfociare inevitabilmente in una dimensione etica.



L'amore

non esige le stesse prove

delle diagnosi


l'amore è un involarsi

un anello

scrostato, un dito che puntiamo


verso la fedeltà

delle nuvole


per ripulirle

dall' affronto del sole


continui ad aspettarmi

nella scollatura

del camice


e la vita torna alla vita


ti seguo 

come si segue 

la giusta via.



                                           ***


Saranno sempre da riprendere

i gesti lenti

della sera


e le abluzioni del mattino


fino al divino giudizio

dove si consumerà

l'oro sbiadito dell'origine


non saprai che cosa rispondere

alla voce che ti chiederà


ciò che hai fatto del tuo dolore


alzerai gli occhi

con l'audacia dell'innamorata


ostentando l'enigma

delle tue labbra

avvampare al loro stesso fuoco.



                                                 ***


Ti salta ancora in mente

di raccoglierti 

davanti a una barca


arenata in un verso

a mille miglia dai fiumi


fragile carcassa, scheletro


che si lascia cullare

dalle cieche vocali

dell'autunno


non ha prezzo un'immagine

inattesa


quando ai nostri passi ci sottrae


senza prezzo il sentiero

in mezzo al quale il tempo

ci dimentica.



                                       ***


Laddove dimori, i giardini

testardi nel ruolo

si calano


non ingannano 

che le ragazzine smarrite

nei sogni


di giorno la luce

accresce quei ruscelli

azzurri


come un temporale


che ora ti intagliano

le mani


ti chiedi

come nascondere

il presente sotto gli anelli.



                                       ***


Ripercorri a memoria

il tragitto del mondo


cerchi ancora il punto

ottenebrato


dove si divisero

le acque del cielo

e le acque della terra


affinché l'orizzonte

mai tralasci

di sottrarsi alla sete


ciò che si chiama " l'amore "

ricorda questo darsi del tu

che immagini


mentre sfiori le arcane ferite 

delle pietre.




                             Louise Dupré   da  Une écharde sous ton ongle



2 commenti:

  1. La sete di amore è connaturata in noi come pure La "sete" di restituirlo alla persona amata. È una legge di natura, è nei nostri cromosomi. Sottrarsi è una perdita, una dolorosa privazione.. Grazie Frida di questa lirica ma anche delle notizie che ci dai su questa poetessa canadese.Continua così...

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  2. E' vero quando dici che " sottrarsi " al mondo affettivo è una perdita, che purtroppo non si recupera: ogni storia ha i propri tempi, e solo quelli: il resto è il vuoto.
    Riguardo al fatto di aggiungere qualche notazione biografica, lo faccio volentieri quando mi pare che sia di aiuto alla comprensione delle liriche.

    Grazie per i tuoi commenti.

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