Giudici… uomini di Legge…
Corato, 4 Luglio 2018
(…)" Ill.mi Magistrati,non so se la disperazione che provo oggi sia
superiore a quella che provai il giorno che feci arrestare mio
figlio Michael, ma è comunque devastante. Mi rivolgo a Voi,
che disponete della vita e della morte di coloro che passano
nelle vostre aule.
Qualche giorno fa, ci è passato mio figlio e,con tanta freddezza
e disumanità, avete deciso che il percorso per ricostruire la sua
vita dovesse essere interrotto perché " qualcuno ha fatto il suo
nome ", coinvolgendolo in una brutta storia ancora tutta da
chiarire e da definire.
Lo avete estrapolato da quel luogo a cui si era affidato con tanta
buona volontà e lo avete ricatapultato in un mondo che neanche
Voi - in realtà - conoscete. E' vero, è un ragazzo che, annebbiato
dagli stupefacenti, ha commesso atti deplorevoli, ma è lo stesso
ragazzo che, con una forte volontà, ha deciso di diventare un
buon padre per il suo bambino.
Me lo avete rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, che
solo a definirlo, mi si aggroviglia l'animo. Stamattina l'ho
incontrato: aveva gli occhi che brillavano di un pianto soffocato
e mi ha solo detto : " Oh, Ma', questa volta mi hanno proprio
inguaiato; da qui non esco più! ".
Ho provato a trattenere le lacrime,ma non era possibile:il dolore
era troppo forte… Me lo avete ributtato nella fossa dei leoni,
senza tener conto della trasformazione che stava avvenendo in
lui, annullando completamente ciò che in questi mesi è stato
fatto con la sua pronta collaborazione.
Molti attribuiscono il suo comportamento a una mancanza di
educazione; io non condivido, ma oggi sono qui a dirvi: allora
condannate me, perché non ho avuto abbastanza tempo per
stargli vicino… perché l'amore che gli potevo dare era un amore
veloce, un amore che si esprimeva con i rimproveri, le
raccomandazioni, le punizioni; non era un amore fatto di baci e
abbracci come avrebbe dovuto essere, non c'era tempo per
queste smancerie… Punite me, illustri Magistrati, perché una
madre che non ha tempo di dare amore a un figlio è una madre
inetta, una madre indegna di essere chiamata così… E poi,
augurate a voi stessi, illustri Giudici, di non cadere mai nelle
mani della" Vostra giustizia",quella fatta di uomini che si ergono
a Dei,decretando inesorabilmente l'inizio e la fine di un'esistenza
In quello stesso istante, anche Voi, che di tante vite avete
disposto, diventereste un numero di protocollo, e la Vostra vita e
quella dei Vostri cari non varrebbe più di quella di mio figlio e
della nostra. Spero di non dovermi mai pentire di aver fatto
arrestare il mio amatissimo figlio, quell'ultimo giorno di un
Ottobre qualunque. ". (…)
Daniela Manzitti da Oh, Ma' ! ( Storia di Michael, ragazzo difficile )
Di errori un genitore ne compie da stufarsi, ma i figli non sono una nostra emanazione, una nostra conseguenza diretta, una nostra appendice. Crescono, camminano e scelgono loro. Magari (o forse anche no)potessimo essere noi il bello e il brutto che sceglieranno di essere. Ma capisco il dolore di non essere riusciti a fare di più, ad essere di più. Questo lo viviamo quotidianamente. Un abbraccio virtuale ad una mamma così
RispondiEliminaHai detto bene, Alberto. Il " mestiere" di genitore è il più difficile e lo si impara non su manuali perfetti, ma " sul campo".
RispondiEliminaOvviamente al tuo abbraccio mi unisco io e tutti i lettori che sentiranno di volerlo fare.
In situazioni drammatiche, anche un sostegno a distanza, ma vissuto e offerto col cuore, piò aiutare grandemente.