lunedì 2 settembre 2019

LE POESIE DI WISLAWA ( 1945- 2009 )

 
 
 
                                Un solo passo ancora e ascolteremo la tua conchiglia…


LA COMPASSIONE 

Chiunque sappia dove sia finita
la compassione ( immaginazione del cuore )
si faccia avanti! Si faccia avanti !
Lo canti a voce spiegata
e danzi come un folle
gioendo sotto l'esile betulla,
sempre pronta al pianto.
Insegno il silenzio
in tutte le lingue
mediante l'osservazione
del cielo stellato,
delle mandibole del Sinanthropus,
del salto della cavalletta,
delle unghie dei neonato,
del plancton,
d'un fiocco di neve.
Ripristino l'amore.
Attenzione! Offerta speciale!
Siete distesi sull'erba
del giugno scorso immersi nel sole
mentre il vento danza
( quello che in giugno
guidava il ballo dei vostri capelli).
Scrivere a : Sogno.
Si cerca persona qualificata
per piangere
i vecchi che muoiono
negli ospizi. Si prega
di candidarsi senza certificati
e offerte scritte.
I documenti saranno stracciati
senza darne ricevuta.
Delle promesse del mio sposo,
che vi ha ingannato con i colori
del mondo popoloso, il suo brusìo,
il canto alla finestra, il cane fuori:
che mai resterete soli
nel buio e nel silenzio tutt'intorno
- non posso rispondere io.
La Notte, vedova del Giorno.


                                   ***

NATURA MORTA CON PALLONCINO

Invece del ricordo dei ricordi
al momento di morire
mi prenoto il ritorno
degli oggetti smarriti.
Da finestre, porte - ecco ombrelli,
valigia, guanti, cappotto,
perché io possa dire:
che me ne faccio?
Spille, questo e quel pettine,
una rosa di carta, uno spago,
perché io possa dire:
non rimpiango nulla.
Ovunque tu sia, o chiave,
cerca di arrivare in tempo,
perché io possa dire:
c'è ruggine - mia cara - ruggine.
Cadrà una nube di certificati,
permessi, moduli,
perché io possa dire:
tramonta il sole.
Orologio, riemergi dal fiume,
lasciati prendere in mano,
perché io possa dire:
tu fingi l'ora.
Salterà fuori anche il palloncino
portato via dal vento,
perché io possa dire:
qui non ci sono bambini.
Vola via per la finestra aperta,
vola via nel vasto mondo,
che qualcuno gridi: oh!
perché io possa piangere.


                                     ***

PROGETTO UN MONDO

Progetto un mondo, nuova edizione,
nuova edizione, riveduta,
per gli idioti, ché ridano;
per i malinconici, ché piangano,
per i calvi, ché si pettinino,
per i sordi, ché gli parlino.
Ecco un capitolo :
la lingua di Animali e Piante,
dove per ogni specie
c'è un vocabolario adatto.
Anche un semplice buongiorno
scambiato con un pesce
àncora alla vita
te, il pesce, chiunque.
Quell'improvvisazione di foresta,
da tanto presentita, d'un tratto,
nelle parole manifesta!
Quell'epica di gufi!
Quegli aforismi di riccio,
composti quando
siamo convinti
che stia solo dormendo!
Il Tempo ( capitolo secondo )
ha il diritto di intromettersi
in tutto, bene o male che sia.
Tuttavia - lui che sgretola le montagne,
sposta oceani
ed è presente al moto delle stelle,
non avrà il minimo potere
sugli amanti, perché troppo nudi,
troppo avvinti, col cuore in gola
arruffato come un passero.
La vecchiaia è solo la morale
a fronte d'una vota criminosa.
Ah, dunque sono giovani tutti!
La Sofferenza ( capitolo terzo )
non insulta il corpo.
La morte
ti coglie nel tuo letto.
E sognerai
che non occorre affatto respirare,
che il silenzio senza respiro
è una musica passabile;
sei piccolo come una scintilla
e ti spegni al ritmo di quella.
Una morte solo così. Hai sentito
più dolore tenendo in mano una rosa,
provato maggiore sgomento
per un petalo sul pavimento.
Un mondo solo così. Solo così
vivere. E morire solo quel tanto.
E tutto il resto eccolo qui -
è come Bach suonato su un bicchiere
per un istante.


                                              ***

SENZA TITOLO

Rimasero talmente soli,
talmente senza parole
e degni di miracolo per tanto disamore -
di un fulmine dal cielo, d'esser mutati in pietra.
Milioni di copie di mitologia greca,
però non c'è salvezza per lui come per lei.
Se almeno ci fosse qualcuno sulla porta,
se qualcosa - per un attimo - apparisse, sparisse,
lieto, triste, da dovunque venisse,
fonte di riso o timore, che importa.
Ma non accadrà nulla. Nessuna improvvisa
inverosimiglianza. Come in un dramma borghese,
questo sarà un lasciarsi del tutto regolare,
neanche un apriti cielo per solennizzare.
Sullo sfondo solido della parete,
l'uno per l'altro dolente,
stanno di fronte allo specchio, e lì c'è
solo il riflesso conveniente.
Il riflesso di due persone.
La materia sta sull'attenti.
Per quanto è lunga e larga, e alta,
in terra, in cielo e ai lati,
vigila i destini innati
- quasi che per una cerbiatta repentina nella stanza
dovesse crollare l Universo.


                                                ***

SOGNO

Il mio caduto, il mio tornato polvere,
assunto l'aspetto che ha nella fotografia:
sul viso ombra di foglia, conchiglia nella mano,
si avvia verso il mio sogno.
Cammina per tenebre da mai spente,
per vuoti aperti verso di sé per sempre,
per sette volte sette e poi sette silenzi.
Appare all'interno delle mie palpebre,
in questo solo mondo a lui accessibile.
Gli batte il cuore trafitto.
Si alza il primo vento dai capelli.
Tra noi comincia a stendersi un prato.
Giungono in volo cieli con nuvole e uccelli.
Montagne esplodono in silenzio all'orizzonte
e un mare scende giù in cerca del mare.
Si vede già lontano, così lontano
che giorno e notte sembrano simultanei
e tutte le stagioni giungono in una volta.
La luna apre a ventaglio i suoi quattro quarti,
i fiocchi della neve danzano con le farfalle
e cadono i frutti da un albero in fiore.
Ci veniamo incontro, non so se in lacrime,
non so se sorridendo. Un solo passo ancora
e ascolteremo la tua conchiglia,
quale fruscìo di mille orchestre c'è,
quale marcia nuziale c'è : la nostra.




 Wislawa  Szymborska    da    La gioia di scrivere ( Poesie  1945 - 2009 )



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