martedì 24 settembre 2019
INTRODUZIONE ALLA RIDICOLA IDEA 1
(…) Poiché non ho avuto figli, la cosa più importante che mi è
successa nella vita sono i miei morti, e con ciò mi riferisco alla
morte delle persone amate. Ti sembra lugubre, forse persino
morboso? Io non la vedo così, anzi, al contrario: per me è una
faccenda così logica, così naturale, così vera. Soltanto nelle
nascite e nelle morti si esce dal tempo: la Terra arresta la sua
rotazione e le banalità in cui sprechiamo le ore cadono sul
pavimento come polvere di porporina. Quando nasce un
bambino o muore una persona, il presente si spacca a metà e ti
lascia intravedere per un istante la crepa di ciò che è vero:
monumentale, ardente e impassibile. Non ci si sente mai tanto
autentici quanto bordeggiando quelle frontiere biologiche: si
ha una chiara coscienza di vivere qualcosa di enorme.
Molti anni fa, durante un'intervista, il giornalista Inaki
Gabilondo mi disse che la morte della sua prima moglie,
scomparsa giovanissima per un cancro, era stata molto dura
sì, ma anche la cosa più importante che gli fosse accaduta.
Le sue parole mi impressionarono: difatti le ricordo ancora.
Allora credetti di capire bene ciò che voleva dire, ma dopo
averlo sperimentato l'ho capito meglio.
Non tutto è orribile nella morte, per quanto un'affermazione
simile sembri una bugia.
Ma questo non è un libro sulla morte . (…)
Rosa Montero da La ridicola idea di non vederti più ( La storia di Marie Curie e la mia )
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