sabato 7 settembre 2019
LA LEGGENDA NERA DI J. LACAN 4
(…) Così la pensa Elisabeth Roudinesco, quando afferma per
esempio, di Lacan che " mai metterà d'accordo gli atti della
sua vita privata con quelli del suo sistema di pensiero. Un po'
più avanti, per la più grande gioia dei lettori pronti a trarre il
loro miele da ogni discrepanza che permetta di screditare in
un sol gesto l'incongruenza dell'uomo e l'insignificanza del suo
apporto, quello su cui avrebbe poggiato lo iato, afferma :
" Nell'autunno 1953 si trovava in una situazione alquanto strana.
Nella vita professionale nascondeva la pratica delle sedute a
durata variabile( un amico, allora suo discepolo -che ogni volta
si spostava dall' Italia a Parigi per i colloqui - mi diceva che -
effettivamente - le sedute potevano durare più di un'ora o pochi
minuti ,n.d.r ) e dava a vedere di attenersi alla norma;nella vita
privata nascondeva ai figli di primo letto l'esistenza del suo
secondo matrimonio e della nuova famiglia; negli orientamenti
ideologici faceva credere al fratello di essere ridiventato
cristiano,mentre tentava di stabilire un legame con la direzione
del Partito Comunista . E nel bel mezzo di questo intrico,
cominciò ad elaborare un sistema di pensiero in radicale
contraddizione con il suo modo di vivere.
In questo sistema, Lacan attribuiva - infatti - privilegio assoluto
al chiarimento del soggetto con la verità." (…)
Nathalie Jaudel da La leggenda nera di Jacques Lacan
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