giovedì 9 settembre 2021

IN MORTE DI UN AMICO DI FACEBOOK

 



                                                       Per Hoannès Choukhadarian                                                 



Amava la poesia di Ripellino

che giudicava splendida e geniale.

E' tutto ciò che so di una vita.


La primavera è comparsa di colpo

e d'erba alta ha già inondato i giardini.


Passo tra false spighe e ombrelli di fiori.

Lo splendido mistero verde si rinnova,

la diffusa follia resta incurabile,

e ne fiorisce a suo modo il notiziario,

mentre al portatile apprendo che è partito

per altra destinazione questo amico

soltanto virtuale.


Mi rendo conto che ora ne sto male,

però di lui ( stranezze della vita

nell'era dei mass media )

non so davvero niente. E nemmeno

alla casella delle " Informazioni"

ho posto mai se non vaga attenzione.

Ci siamo sempre scritti, solamente,

brevi commenti su post letterari.


Di lui sbiadisce e va via una vaga idea

fantasticata su una fotografia,

sul suo cognome armeno,

il volto povero e scavato di un Cristo

di un'icona orientale,

ma senza barba, attonito, smarrito

- anche quando gioviale

( scorrendo il wall ) da un letto d'ospedale -

lo sguardo :

un po' come  L'uccello sbalordito di

Jiri Kolar sulla sovracopertina

di un certo ballatesco, astrale libro

del tardo nostro amato Ripellino.



                       Alessandro Fo   da    Filo spinato



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