Paradossalmente affermava che le suffragette erano le" migliori collaboratrici" del Futurismo perché " quanti più diritti e poteri esse otterranno alla donna, quanto più essa sarà impoverita d'amore; tanto più essa cesserà di essere un focolare di passione" Prevedeva " con piacere l'entrata aggressiva delle donne nei parlamenti ", perché avrebbero dato prova dell' " animalizzazione totale della politica", contribuendo così a mandare all'aria " quella grande minchioneria fatta di corruzione e di banalità " cui si era ridotto il parlamentarismo. Infine, dopo aver constatato che tutto questo avrebbe comportato " la guerra dei sessi, indubbiamente preparata dalle grandi agglomerazioni delle capitali, dal nottambulismo e dalla regolarizzazione del salario delle operaie", concludeva che grazie a una simile trasformazione la donna finalmente non sarebbe più stata costretta a " essere, come madre, come sposa e come amante, un cerchio ristretto puramente animale e privo di utilità ".
Con il tempo la sua posizione sarebbe cambiata. Già nel 1913 affermava che la velocità delle comunicazioni portava una " semi- uguaglianza dell'uomo e della donna e un minor dislivello dei loro diritti sociali ". Ma soprattutto a partire dal periodo della Grande Guerra, avrebbe elaborato una visione più consapevole dell'emancipazione delle donne, in cui troveranno spazio obiettivi come il voto, la parità salariale e giuridica, nonché la trasformazione dell' istituzione familiare, da luogo di schavitù, in nucleo sorto per libera scelta. (...)
Claudia Salaris da Donne d'avanguardia
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