Quest'acqua che ti porti nel cuore e nelle vene...
CAPIRSI
sarebbe come capire quest'acqua di laguna
che ora corre rapida al maestrale ora lenta
scivola nell'afa, acqua che sa di fiume
e di sale, risale le barene, il suo mistero
di riflussi, la sua quiete apparente.
Stare così, alla riva, osservare il moto
dell'onda che si allarga a tondo nell'aria
sospesa squarciata da gridi di gabbiani.
Quest'acqua che ti porti nel cuore e nelle
vene, acqua che non sai e conosci bene,
tu ne ignori i vortici che alzano la melma
del fondo, polvere grigia viene a galla
poi scompare
in un fremito di scaglie di sole.
E' in questo balenare del suo grande amore,
il tuo amore di pescatore immobile
a contemplare la voce di questo mare
senza sosta, quest'acqua senza risposta.
E' nei tuoi occhi inquieti il senso del tuo indagare
perché l'amore
vive nella tua sete di conoscenza
nella tua ignoranza
nel divenire che non sai
e non puoi capire.
***
SARA' QUESTA PIOGGIA LENTA
che vela gli occhi e rallenta il tempo,
sarà questo dover vedere cose già viste
sapere ogni passo da dover fare ancora
andare senza passione
nella stessa direzione che stanca, sfianca,
lasciare ogni mattina il tuo calore
per un'assurda replicazione di gesti e parole,
durare le fatiche senza senso
di un quotidiano galleggiamento.
Senza più aspettare un segnale da terra
o di cielo, un lampo di sole nel cieco
vagare reiteranti salmi e rosari da sgranare
senza più domandare niente agli umani
né a un dio probabilmente amareggiato
di averci amato tanto inutilmente.
***
IO LO SO, MAMMA
che sei da qualche parte. Tu, volata via così,
una foglia disfatta a novembre che si stacca
e si distende a terra.
Ti sento nell'aria, nella pioggia,
nei gradini dei ponti da fare ogni giorno
con la fatica nelle gambe e l'anima chiusa in gola.
Ti porto con me nelle calli della sera, nella nebbia
delle mattina di vetro mentre cammino queste pietre dure
queste strade scure che si incrociano come un labirinto
dove bambino mi tenevi per mano
e ancora adesso che vado da solo in mezzo al vuoto,
tengo strette nel pugno le tue parole, la bussola
che mi hai lasciato.
Francesco Sassetto da Il cielo sta fuori
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