(...) L' odio sembra una realtà dominante nella storia dell'umanità e nel mondo globale, diviso e polarizzato. Il " noi" si contrappone al " loro" percepito non come singoli individui, ma come un gruppo nemico verso cui si nutre pregiudizio e intolleranza: stranieri, ebrei, rom, mussulmani, donne, omosessuali, persone fragili... o anche singoli che rappresentano il capro espiatorio dell'altrui insoddisfazione. Ma la nostra mente è ostile per natura? Il cervello è irrimediabilmente programmato per l'odio? L' umanità attuale - lo sappiamo - è purtroppo ancora preda di istinti e reazioni che portano a creare conflitti e scontri. L' eccitazione emotiva, la rabbia e la violenza prevalgono nelle contese personali per i beni, per la terra. La mente ostile odia nell'altro non solo il male, ma anche quanto vi è di buono. Non si accontenta di vincere, ma prova il sottile e malizioso piacere di vedere gli altri perdere. Le emozioni, come è stato ampiamente provato dalle neuroscienze, sono intelligenti, ma ciò non impedisce che possano essere anche molto cattive. Gli studi mostrano come l'odio coinvolga - nel cervello - varie aree che hanno a che fare con la paura, la rabbia, l'aggressività e il pericolo. Quando vediamo il volto di qualcuno che odiamo, si attivano parti della mente che riguardano anche l'amore romantico, ma mentre quest'ultimo disinnesca con più facilità la razionalità, l'odio ha bisogno di freddezza e calcolo. In realtà, anche se meccanismi automatici e inconsci spingono gli esseri umani a percepire con paura le diversità, e la rabbia spesso prevale come istinto di difesa/ offesa, le neuroscienze descrivono menti empatiche che si rispecchiano e identificano negli altri. Noi " siamo" gli altri, soffriamo e gioiamo con loro, ci facciamo contagiare dalle loro emozioni, piangiamo e ridiamo insieme, mostrando una sintonia e una fusione profonda, viscerale e davvero " naturale". Nessuno che non presenti gravi patologie gode a veder soffrire un altro essere umano. (...)
Milena Santerini da La mente ostile ( Forme dell'odio contemporaneo )
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