In una nota a Poèmas Blues, riedito da Gallimard nel 2019, Bernard Noel ha scritto che Perros riabilita il banale nel miracolo, lo ribalta dal grigiore al prodigio. " Cos'è la banalità ? Da sempre, è la nemica della poesia, perché rappresenta il quotidiano, il triviale, la ripetizione. Quando uscì il romanzo- poema " Une vie ordinaire" nel 1967, una sorta di epopea dell'ordinario e dunque della banalità, la sorpresa fu eclatante. Una simile attenzione mette in allerta : come non notare - allora - che è proprio tra le pieghe dell'ordinario che si dispiega il flusso della vita? Lungi dall'essere banale, il moto del nostro cuore coincide con l'ansia del destino. Per questo, l'eccezionale si nasconde nell'ordinario e mette in crisi gerarchie assai arbitrarie."
Perros, dice Noel, parte dal presupposto che " la condizione umana è certamente infelice ", eppure " basta una mano sulla spalla per affievolirla, basta un gesto apparentemente assai banale per illuminare una vita ". Così, la poesia è sempre la capriola di un
bambino, il gioco astuto e ingenuo di un dilettante. Chi ne ride - autentico - è il lettore.
Non riesco a concepire l'uomo occupato continuamente in ciò che fa, ha fatto o farà. Qualsiasi cosa sia questo fare. Mi pare impensabile l'uomo che non sperimenta, tutti i giorni - fosse per un istante - il vuoto, l'impossibilità di vivere. Ecco: quella zolla d'istante mi affascina. Ha fatto la mia vita. Quell'istante senza motivo né ricordo, senza riferimento né eredità. Né crudele né pessimista, impercettibile ad altri. Dolore furtivo che ti trapassa come un aereo fende le nuvole. Meglio essere soli quando accade. Qualsiasi cosa facciamo in quel momento, privi di invidia, assecondiamo il dolore. L'ho sperimentato - sul palco - mentre recitavo ruoli consecutivi. Tra due repliche , ha attaccato, senza malizia, incurante di ciò che stessi facendo. Mi sono ritrovato - all'improvviso - in un mondo bloccato, fermo, in una specie di museo delle cere, senza senso. Almeno, posso viaggiare in pace sulle ali di questo dolore, questo formicolìo quotidiano che percorre ogni momento, senza badare alla cronologia della mia vita.
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Domandiamo una mollica d'amore per questi giorni. Ce ne è destinata una tonnellata per l'eternità, che è la morte.
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Soltanto quando sono solo mi sento più umano. Come conciliare questo stato con l'altro, più frequente? Tento. E' difficile. Chi ha conosciuto la solitudine alcolica non dovrebbe sposarsi né frequentare persone. Conosce i suoi amori. I suoi disastri. Li depone ovunque. Siamo tutti esseri rifiutati, adatti ai rifiuti. Tutto di noi ci porta lì.
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C' è lirismo dove c'è circolazione. Niente è più lirico del sangue. Altrimenti non esiste lirismo per l'uomo. Un battito di cuore particolare che scandisce l'ora di un discorso ininterrotto, discontinuo.
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La penna è lo strumento più aguzzo per squarciare il muro dei minuti, per rompere la catena avvelenata del tempo. Ma questo muro si ritrae alla stessa velocità con cui avanzo. Scaviamo solo una distanza.
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C'è sempre qualcosa di indecifrabile in una poesia ( degna di questo nome ). L'indecifrabile, l'illeggibile è la poesia stessa, resa equivalente alla natura. Ci regala i guanti nella semina.
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Se visiti un cimitero, ciò non significa che ne conosci gli abitanti.
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La lettura, resurrezione di Lazzaro. Solleva la lapide delle parole.
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Il momento in cui non puoi più dire la verità perché è insopportabile. Inaudita. Indecente. Peggio che fare l'amore in mezzo alla strada.
Georges Perros da Une vie ordinaire ( Trad . Mauro Leone )
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" Il mio incontro con la scrittura di Georges Perros - autore ancora inedito in Italia - è avvenuta circa quindici anni fa. Da allora, l'iniziale attrazione per quest'uomo e per la sua vita ordinaria, si è lentamente trasformata in una sorta di sentimento di fratellanza. La lettura dei suoi libri, la ricerca di informazioni e il breve soggiorno nella sua Douarnenez, non ha fatto altro che consolidare questo sentimento. Ho tradotto queste note sperando di aggiungere, a quelle già esistenti, un'ulteriore traccia che conduca alla scoperta della sua opera " . ( M. Leone )
Il fatto stesso di mostrarsi di continuo agli altri con la maschera di colui che si vorrebbe essere, ci fa perdere la voglia di esserlo davvero e di lavorare per diventarlo.
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La vita dell'uomo è uno sforzo continuo per non essere libero. Perché la libertà è letale. L'uomo ha una sola angoscia: quella di essere libero. Un solo orrore, quello di non essere libero di coltivare questa angoscia secondo le proprie leggi. Leggi segrete, spesso inumane. Sta alla nostra libertà essere libera, non a noi. E' vietato servirsene. Non proprio vietato. Raccomandato. E' un consiglio. La sola prova di Dio. Perché questo consiglio è divino. Abbiamo tutti un solo desiderio: ignorarlo.
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Se fossi colui che le persone che mi amano, pensando di conoscermi, credono che io sia, smetterei dii frequentarle.
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La più grande certezza che dà la solitudine è di essere l'ultima possibilità prima della morte. L'oasi consolante. Non ci può accadere nulla di peggio. O di meglio. Moriamo in piedi anziché distesi.
Georges Perros da Impossibile essere felici di esserlo
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