venerdì 10 settembre 2021

DENTRO IL MERAVIGLIOSO ISTANTE

 



                                                      E penso a questo inquieto tempo...


                        


La nostra debolezza si fa grande

delle piccole cose di ogni giorno.

Spesa, dottore, tasse, qualche incontro,

il giornale sfogliato nel caffè,

un titolo in vetrina che cattura.

Presto per l'aria brillerà la rondine

sfuggita come il sogno al sognatore.

Ma ne è in realtà l'effigie nella luce

che fa festa nei giochi del bambini.

Dentro la vita semplice, così è scritto.



                                                   ***


La foto degli amici nella camera.

Sbucano tra i libri, fanno appena

capolino accennando, li riaggiusto,

chi dentro, chi più avanti, perché

appaiano tutti, sopra la mensola.

Poi mi perdo a fissarli, e duro in essi

e con essi trasvolo.


E penso a come inquieta questo tempo

se sono stretto a me. Come divaga

la vita, e come fugge. E come invece

sazia se resto semplice e ancorato

altrove, spossessato nella luce.



                                             ***


Siamo la nostra memoria. Un complesso caleidoscopio

in cui si fa nuovo il ricordo e si sommano i giorni;

la nostra stessa carne è questa memoria che si espande

e si riassume. Come nascemmo già sapendo piangere

e sbadigliare, altrettanto in noi un universo si muove

e cresce imprimendosi un volto e una dimensione

che si connette a un mondo altro da noi.


Siamo i bagliori della nostra sapidità,

i punti fermi delle infinite rinascite.


Siamo un costrutto di attimi che si dibattono

e si ricompongono. La cernita incasuale

tuttavia ci sorpassa. E appaiono voci

lontane, sagome nella foschia che ci convocano

a un delicato presente di nuove abitudini.


Ci appartiene o no, questo filo di volti?

Siamo o non siamo noi? Quale traccia

dovremo riprodurre per crederla viva?


Pietre, ninnoli, aneddoti

che si intersecano nella fitta nuvolaia

dove appare un lampo di chiaro,

come un filo d'azzurro. E ci allontaniamo.


Guarda indietro, se puoi. Cogli ancora

tutto quello che sei. Fatti condurre

con il bagaglio intero al di là del fiume.



                                             ***


Non scampa al rigore

il primo lembo di settembre. Invano

tornano le giornate chiare

ma un brivido acuminato le percorre

e ne allontana il cuore dell'estate.

Le spiagge aperte ormai

alla assolata solitudine, l'acqua

di nuovo impraticabile e gelida.


Se le raggiungi con lo sguardo trema

dentro di te la vita, t'infuturi

nella linea sperduta dell' orizzonte.


Già sei oltre, nei nidi.



                                          ***


Fosti ai miei occhi come lo scrimolo

del quale chi ha ventura scopra prima

l'irsuto volto, l'asperrima cima

che diventa il viandante a proseguire.

Ed egli non si astenne, però.

T'aggirava con astuta civetteria

( o era il suo desiderio di raggiungerti? )


In un balzo fu uomo e ti conobbe

lì dove il cuore èrgota e s'azzurra,

s'abbruna il sangue e sròndina. Ma alta

ne è la gazzarra, rimontante il botro.

Un esplodere d'acqua tra le giuncaglie

e il formichìo.


La luna ti recinta dentro il buio.




                              Filippo Davoli   da   Dentro il meraviglioso istante



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