sabato 29 settembre 2018

RENDERE VISIBILE IL DOLORE 1

 
 

                                                               Morte e Trasfigurazione



ERMENEUTICA DELLA PITTURA ( Ermeneutica = Metodologia riguardante l'interpretazione dei testi; in filosofia si intende anche l' interpretazione dell'esistenza umana )

(…) L'essenza della pittura, quale si evince dalla sua plurisecolare
       manifestazione, colta nella differenza tra l'atteggiamento
      teorico della filosofia e quello espressivo dell'arte, risiede nella
      capacità di attribuire all'idea una configurazione sensibile,
      neutralizzando ogni opposizione tra profondità e superficie. A
      questa determinazione formale di origine hegeliana, manca il
      completamento relativo al contenuto della pittura : qual è l'
      oggetto o l'esperienza di tale render visibile ? quale l'idea
      perdurante di un gesto che si ripete nel corso del tempo?
      Conferire visibilità al dolore, alla tragedia di una vita che si
      perpetua nella sofferenza ( senza postulare alcuna catarsi
      estetica ) è la finalità inespressa di tutta la pittura occidentale,
      anche in funzione di risarcimento rispetto a quella latitanza
      della tradizione speculativa già denunciata da Simmel, il quale
      annotava nel suo diario " E' sorprendente quanto poco il dolore
      degli uomini sia entrato nella loro filosofia ".
      Una rimozione di ciò che sfugge alla razionalità apofantica, un
      silenzio che si propaga nelle zone indicibili del dolore, di un
      patire refrattario ad ogni giustificazione metafisica, una lacuna
      epistemica rispetto a cui la pittura soddisfa un'istanza
      compensativa, occupando l'ambito biopatico del sapere e
      configurandosi essenzialmente come  pathei mathos,
      conoscenza attraverso la passione di esistere.
      Mentre la filosofia esibisce teodicee, l' arte rende visibile il
      dolore: questa la tesi che orienta la nostra ermeneutica della
      pittura, che le conferisce un distintivo attributo tragico, che
      configura una visione del mondo scaturita dall'esperienza
      percettiva del prodotto artistico. Se la cognizione del dolore
      appare come l' impensato della filosofia classica, allora
      dovremo ribaltare ancora una volta la profezia hegeliana
      relativa alla " morte dell'arte" poiché, a conclusione della
      tradizione metafisica di pensiero, alla fine cioè della filosofia,
      troveremo proprio l'arte ( in particolare la pittura ) capace di
      ovviare alle inadempienze della filosofia .  (…)


Marco Vozza   da   Rendere visibile il dolore ( La pittura oltre la filosofia )


3 commenti:

  1. Un estratto di non facile comprensione, accompagnato da una musica molto delicata

    RispondiElimina
  2. Il libro infatti è tosto ( Vozza è un filosofo che apprezzo molto; si possono leggere su questo blog estratti di un testo inconsueto " A debita distanza: le fidanzate di Kierkegaard, Kafka, Kleist ) e l'argomento mi attirava molto.
    Sono d'accordo che la parte dell'ermeneutica che ho trattato oggi non è di facile comprensione, ma era indispensabile come base per capire ed apprezzare gli estratti che farò - a partire da domani- su tre grandi pittori e il relativo senso del dolore : Vermeer, Schiele e Bacon.
    Grazie del commento e buona - prossima - lettura!

    RispondiElimina