giovedì 16 novembre 2017

OGNI ISTANTE DEI NOSTRI INCONTRI

 
 

                                       Tu eri più ardita e lieve di un'ala d'uccello...


Ogni istante dei nostri incontri
lo festeggiavamo come un'epifania,
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e più lieve di un'ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini e mi conducevi
oltre l'umido lillà dei tuoi possedimenti,
al di là dello specchio.
Quando giunse la notte mi fu fatta
la grazia: le porte dell'iconostasi
furono aperte, e nell'oscurità in cui luceva
e lenta si chinava la nudità
nel destarmi " Tu sia benedetta",
dissi, conscio di quanto irriverente fosse
la mia benedizione. Tu dormivi
e i lillà si tendevano dal tavolo
a sfiorarti con l'azzurro della galassia le palpebre,
e sfiorate dall'azzurro - le palpebre
stavano quiete - e la mano era calda.

Nel cristallo pulsavano i fiumi,
fumigavano i monti, rilucevano i mari,
mentre assopita sul trono
tenevi in mano la sfera di cristallo,
e - Dio mio ! - tu eri mia.

Ti destasti e cangiasti
il vocabolario quotidiano degli umani,
e i discorsi s'empirono veramente
di senso, e la parola tua svelò
il proprio nuovo significato : zar.

Alla luce tutto si trasfigurò, perfino
gli oggetti più semplici: il catino, la brocca - quando,
come a guardia - stava tra noi
l'acqua ghiacciata, a strati.

Fummo condotti chissà dove.
Si aprivano al nostro sguardo - come miraggi -
città sorte per incantesimo;
la menta si stendeva da sé sotto i piedi
e gli uccelli c'erano compagni di strada,
e i pesci risalivano il fiume
e il cielo si chiudeva al nostro sguardo.

Quando il destino ci seguiva passo a passo,
come un pazzo con il rasoio in mano.


     Arsenij Tarkovskij    da        Poesie scelte

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