lunedì 27 novembre 2017

LE STORIE CHE CURANO ( Freud-Jung- Adler ) 1

 
 

" Fare anima significa affrontare il viaggio verso la Grande Soglia, che è la terra dell'immaginale"


(...) Un tempo l'arte dello scrivere si prefiggeva un intento
       terapeutico, quello di donare la catarsi e l'unità tematica a un'
       anima. Oggi può mettere a nudo, ma raramente guarisce.
       Come i terapeuti hanno ignorato il loro impegno nella poiesis,
       così i poeti hanno dimenticato la loro funzione terapeutica.
       Nel nostro secolo non ci volgiamo alle arti per guarire.
       Abbiamo una nuova arte cui si richiede questa funzione : la
       psicoterapia. Perfino gli artisti vanno in analisi e questo
       perché la psicoterapia, più delle arti, è impegnata nel
       riportare l'anima della Prosa alla Poesia ( come dice Hegel ):
       una redenzione della psiche, dal suo pedestre " realismo" a un
       risveglio, da parte del cuore che immagina, delle sensibilità,
       delle intimità, dei ricordi.  La terapia riscatta il mondo sottile
       delle immagini dal mondo grossolano dei fatti, e volge l'anima
       verso gli Dei. Per questo - naturalmente - ha invaso il campo
       delle arti e della critica d'arte diventando, coi suoi rituali, i
       suoi maestri, le sue " botteghe", la forma d'arte predominante
       nel nostro tempo. Essa è la sola che ardisca di penetrare nella
       vita immediata dell'anima individuale e di impegnarvisi, con
       l'intento di  guarirla dalla sua condizione prosaica e
       offrendole una nuova storia per le sue immagini. (...)


             James Hillman  da   Le Storie che curano ( Freud-Jung-Adler )

2 commenti:

  1. Un'altra dicotomia tra "fatti" e gli "Dei" (addirittura) ? I "Fatti" sono l'acqua in cui viviamo, uscirne è come annegare.

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  2. Anche a me - in un primo momento - faceva effetto sentir parlare di Dei in un'epoca di tecnologia esasperata qual è la nostra.
    Ma poi ho capito - continuando la lettura e la conoscenza di questo autore - che, da buon discepolo di Jung - Hillman era un gran cultore e conoscitore della mitologia ( la quale - a dire il vero - ha molto da dire riguardo al mondo e all'uomo ).
    Ma non solo: i riferimenti "classici" in questo autore in particolare, vanno
    contestualizzati e interpretati, altrimenti si corre il rischio di travisare e di semplificare un discorso che in lui è sempre complesso.
    Quanto al tuo pensiero,mi è piaciuto molto :( diciamo che va contrologica e controcorrente ).
    " Uscire dall'acqua è come annegare", quando a tutti parrebbe - evidentemente - il contrario, mi pare un'immagine metaforica assolutamente poetica. E di grande impatto.

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