" Fare anima significa affrontare il viaggio verso la Grande Soglia, che è la terra dell'immaginale"
(...) Un tempo l'arte dello scrivere si prefiggeva un intento
terapeutico, quello di donare la catarsi e l'unità tematica a un'
anima. Oggi può mettere a nudo, ma raramente guarisce.
Come i terapeuti hanno ignorato il loro impegno nella poiesis,
così i poeti hanno dimenticato la loro funzione terapeutica.
Nel nostro secolo non ci volgiamo alle arti per guarire.
Abbiamo una nuova arte cui si richiede questa funzione : la
psicoterapia. Perfino gli artisti vanno in analisi e questo
perché la psicoterapia, più delle arti, è impegnata nel
riportare l'anima della Prosa alla Poesia ( come dice Hegel ):
una redenzione della psiche, dal suo pedestre " realismo" a un
risveglio, da parte del cuore che immagina, delle sensibilità,
delle intimità, dei ricordi. La terapia riscatta il mondo sottile
delle immagini dal mondo grossolano dei fatti, e volge l'anima
verso gli Dei. Per questo - naturalmente - ha invaso il campo
delle arti e della critica d'arte diventando, coi suoi rituali, i
suoi maestri, le sue " botteghe", la forma d'arte predominante
nel nostro tempo. Essa è la sola che ardisca di penetrare nella
vita immediata dell'anima individuale e di impegnarvisi, con
l'intento di guarirla dalla sua condizione prosaica e
offrendole una nuova storia per le sue immagini. (...)
James Hillman da Le Storie che curano ( Freud-Jung-Adler )
Un'altra dicotomia tra "fatti" e gli "Dei" (addirittura) ? I "Fatti" sono l'acqua in cui viviamo, uscirne è come annegare.
RispondiEliminaAnche a me - in un primo momento - faceva effetto sentir parlare di Dei in un'epoca di tecnologia esasperata qual è la nostra.
RispondiEliminaMa poi ho capito - continuando la lettura e la conoscenza di questo autore - che, da buon discepolo di Jung - Hillman era un gran cultore e conoscitore della mitologia ( la quale - a dire il vero - ha molto da dire riguardo al mondo e all'uomo ).
Ma non solo: i riferimenti "classici" in questo autore in particolare, vanno
contestualizzati e interpretati, altrimenti si corre il rischio di travisare e di semplificare un discorso che in lui è sempre complesso.
Quanto al tuo pensiero,mi è piaciuto molto :( diciamo che va contrologica e controcorrente ).
" Uscire dall'acqua è come annegare", quando a tutti parrebbe - evidentemente - il contrario, mi pare un'immagine metaforica assolutamente poetica. E di grande impatto.