Cosa mai sarai tu che - se mi manchi - io resto sempre intenta al vento...
La belva che mi strazia ovunque io vada,
questa passione, questa obliosa brama
che mi soggioga al declinante autunno,
mi lascerà - saziata - in primavera.
Chiusa la piaga, sparirà la febbre,
in seno il cuore scioglierà il suo nodo;
prima che torni il picchio avrò scordato
il tuo sguardo, il mio oriente ed occidente.
Ma da un simile artiglio non sarò
mai più sicura, anche se amassi ancora:
lungo il mio corpo, vigile nel sonno,
tagliente al bacio, lieve alla carezza,
come una spada questa cicatrice
fra me e il turbato amante resterà.
***
La notte è mia sorella, io nel profondo
dell'amore annegata, giaccio a riva.
Acque ed alghe a fior d'onda mi lambiscono,
mi ferirà la draga e c'è di più:
lei, solo braccio teso dalla sabbia,
unica voce il cui respiro sento
a sgelarmi le nari, ad aprirmi la mano,
lei potrebbe avvisarti, se tu udissi.
Ma di certo è impensabile che un uomo
in sì dura tempesta lasci il quieto
focolare e si imbarchi al salvataggio
di un'annegata per portarla a casa,
sgocciolante conchiglia sul tappeto.
Buia è la notte, e per me piange il vento.
***
L'amore non è cieco. Basta un occhio
per vedere che non sei bello, oppure
quante donne lo sono. Vedo tutti
i tuoi difetti: gli occhi dilatati,
alta la fronte. Di principi estetici
sono troppo imbevuta, fin da piccola,
per poter liberare la mia mente,
dirti perfetto e amarti da morire.
Più sottile è il potere dell'amore :
ha tanta forza che dico " Non bello"
come dicessi " Non qua " o " Non là"
" Distesa" oppure " A scrivere una lettera".
So cos'è il bello di cui tutti parlano;
ma mi chiedo se sia così importante.
Edna St. Vincent Millay da L' amore non è cieco
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