"L'aspectus mortis è un momento di estrema solitudine, se al cospetto di Dio si viene privati di ogni cosa ".
" L' unica difficoltà sta nel liberarsi dal corpo, nello spogliarsi e
svuotarsi del mondo e della volontà dell' Io. Quando si riesce a
rinunciare alla forsennata volontà di vivere e succede come di
cadere in una nebbia senza fondo, allora inizia la vera vita con
tutto quello a cui si era destinati e che non si era mai raggiunto.
E' un'esperienza di ineffabile grandezza. "
( Lettera alla dott.ssa Kristine Mann, 1 febbraio 1945 )
" Ho buoni motivi per supporre che le cose non finiscano con la
morte. Sembra che la vita sia un intermezzo di una lunga
vicenda. Esisteva già prima che esistessi io e continuerà molto
probabilmente anche dopo, quando sarà finito quest' intervallo
conscio in un'esistenza a tre dimensioni ".
( Lettera a una destinataria anonima, 19 novembre 1955 )
" L' idea del suicidio, per quanto possa essere umanamente
comprensibile, non mi sembra raccomandabile. Viviamo per
raggiungere il maggiore sviluppo spirituale possibile e per
ampliare quanto più possiamo la nostra coscienza. Finchè la vita
è possibile, sia pure solo in misura minima ( o finchè essa lascia
intravedere un senso, sia pur minimo ), bisognerebbe tenere
stretta la vita e sfruttarla fino in fondo per raggiungere l'obiettivo
della presa di coscienza. Interrompere la vita prematuramente
vuol dire arrestare un esperimento che non abbiamo progettato
noi, ma in cui ci siamo trovati coinvolti e che dobbiamo fare di
tutto per condurre a termine ".
( Lettera a un destinatario anonimo, 10 luglio 1946 )
" Confesso che ho paura di una lunga sofferenza. Credo di essere
pronto a morire, anche se pare che in me divampino ancora
pensieri intensi, come lampi in una sera d'estate. Ma no, non
sono miei pensieri, essi appartengono a Dio, come tutto quello
che è degno di menzione. "
( Lettera a padre Victor White, 18 dicembre 1946 )
" L' imminenza della morte e la visione del mondo in conspectu
mortis sono effettivamente esperienze singolari : il senso del
presente si estende al di là del quotidiano, rivolgendosi ai secoli
passati e proiettandosi in un futuro non ancora sorto ".
( Lettera al dott Adolf Vischer, 21 marzo 1951 )
da Incontri con la morte
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